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Più di un italiano su due (56%) fa attenzione alla quantità di sale assunta a tavola e quasi 8 su 10 (76%) scelgono il sale iodato, secondo la sorveglianza Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) dell’Istituto superiore di sanità del 2020-2021. Ma, relativamente alla salute cardiovascolare legata anche alla quantità di sale nella dieta, 4 connazionali su 10 (41%) presentano almeno tre fattori di rischio e appena il 2% non ne ha nessuno. Tuttavia, la riduzione del consumo di sale da parte dei pazienti con scompenso cardiaco acuto sottoposti a un trattamento con diuretici, potrebbe non avere benefici rilevanti.

È quanto emerge dai risultati dello studio OSPREY-AHF, presentato durante l’ultimo congresso dell’Heart Failure Society of America (HFSA), che ha valutato gli effetti associati alla somministrazione di cloruro di sodio in aggiunta ai pasti a basso contenuto di sale forniti dagli ospedali ai pazienti ricoverati per un evento acuto di scompenso cardiaco.

Lo studio

Lo studio, randomizzato controllato, ha valutato gli effetti associati alla somministrazione quotidiana di 6 grammi di sale o di un placebo in 65 pazienti sottoposti a un trattamento diuretico intensivo per uno scompenso cardiaco acuto, in assenza di ipernatriemia (concentrazione di sodio nel sangue alta) o di grave iponatriemia (concentrazione di sodio nel sangue bassa) e con un filtrato glomerulare stimato di almeno 15 mL/min/1,73 m2. Di questi, 34 sono stati assegnati al gruppo sottoposto all’integrazione di sale (tre pastiglie da 2g di cloruro di sale al giorno) e 31 al gruppo di controllo.

Dopo quattro giorni dal ricovero in ospedale non sono emerse differenze tra i due gruppi in termini di variazioni dei livelli di creatinina o di peso, endpoint primari dello studio, né dell’output urinario o del tasso di filtrazione glomerulare stimato. Sia i livelli di sodio nel sangue che quelli di urea sono invece risultati significativamente più bassi nei soggetti sottoposti al placebo.

I risultati

I dati dello studio suggeriscono che l’importanza del sale nella gestione del sovraccarico di volume dei pazienti con scompenso cardiaco acuto potrebbe essere stata sovrastimata. Un aspetto non di poco conto, in quanto l’aderenza a una dieta povera di sale è spesso uno dei punti di partenza della gestione di questi pazienti.

27/02/2023

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