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Il 28% della popolazione mondiale ha una miopia superiore alle -0,50 diottrie, ma nel 2050, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) il problema di mettere a fuoco da lontano potrebbe interessare la metà della popolazione mondiale. In Italia, attualmente, sono miopi 15 milioni gli adulti e almeno un milione e mezzo tra bambini e adolescenti, in particolare tra gli 8 e i 13 anni, fascia d'età in cui il tasso annuale di crescita è più rapido. A partire da questi dati, è chiaro che il problema della vista, soprattutto nei più piccoli, sia un problema di grande rilevanza. La miopia elevata, quella che supera le 6 diottrie, può infatti associarsi a numerose malattie oculari come il distacco di retina, il glaucoma, la cataratta precoce e la maculopatia.

Le cause della miopia

In passato, si dava per scontato che la miopia fosse determinata da questioni genetiche, di familiarità, su cui non fosse possibile intervenire. La ricerca scientifica ha invece dimostrato che sul difetto visivo hanno un ruolo importante anche gli stili di vita e l’ambiente. L’occhio umano, infatti, si riposa quando guarda oggetti distanti oltre tre metri; consuma energie e affatica i muscoli quando deve mettere a fuoco immagini più vicine. Da qui bisogna partire per capire il carico di lavoro visivo al quale sono sottoposti i bambini sia in ambiente scolastico, lo studio, sia per l’uso intensivo della tecnologia, per esempio, soprattutto nelle nuove generazioni. Stressando un’attività visiva sempre più "da vicino" e prolungata davanti agli schermi di tv, tablet e smartphone si favorisce la miopia perché si chiede un continuo sforzo ai muscoli accomodativi, responsabili della messa a fuoco. “Questo sforzo avviene in un periodo di maturazione che vede l’occhio raggiungere la maturità funzionale attorno ai sei anni e intraprendere un percorso fisiologico di ‘miopizzazione’ che raggiunge il picco nell’adolescenza”, spiega Filippo Cruciani, medico oculista e referente scientifico di Iapb Italia Onlus, la sezione italiana dell’Agenzia Internazionale per la prevenzione della cecità.

Un altro fattore di rischio è il minor tempo trascorso all’aria aperta, dove la luce del sole, favorendo la produzione di dopamina, è in grado di rallentare la progressione del problema della miopia, inibendo l’allungamento del bulbo oculare, responsabile del problema nella messa a fuoco da lontano. “La vita al chiuso, l’impiego dei device e, più in generale, lo sforzo continuo di messa a fuoco – aggiunge Cruciani - coesistono con una crescita esponenziale dei casi. Un trend che la pandemia ha peggiorato e che ha raggiunto il picco in alcune parti dell’Asia, dove oltre l’80% dei giovani che si iscrivono all’Università soffre di miopia”.

Come proteggere la vista di bambini e studenti

La prima cosa da fare, secondo gli esperti, è controllare la vista in tre momenti della crescita: entro i tre anni, all’inizio delle scuole elementari e all’inizio delle scuole medie. Con la visita oculistica si possono infatti individuare tempestivamente non solo malattie, ma anche vizi, difetti visivi facilmente risolvibili. “L’esempio classico è quello dell’occhio pigro (ambliopia) – dice Cruciani - quella condizione in cui uno dei due occhi, benché anatomicamente sano, non ha sviluppato la capacità funzionale di vedere e che, se trascurata nell’infanzia, diventa irreversibile una volta cresciuti. Ma anche i più piccoli difetti visivi, se trascurati, possono aggravare l’affaticamento e diminuire la capacità di messa a fuoco”.

A proposito degli stili di vita, è fondamentale che i bambini non guardino le cose troppo da vicino agli occhi, in particolare gli schermi digitali. “Va evitato – ricorda lo specialista - perché più vicino è un oggetto, maggiore è lo sforzo della messa a fuoco e, quindi, l’affaticamento. Molto importante è, anche, alternare periodi al chiuso con periodi all’aperto nel corso della giornata. Fare attività fuori casa/ufficio permette all’occhio di riposarsi guardando in lontananza. Questo vale anche per chi lavora o studia: periodicamente è consigliato distogliere lo sguardo dal libro o dal computer e lasciarlo correre fuori dalla finestra”.

Collirio a base di atropina

Nel caso fosse necessario, ci sono delle valide strategie per rallentare la progressione della miopia nel bambino. Il trattamento con atropina diluita, somministrata ogni sera in formulazione di collirio, inibisce l’allungamento del bulbo oculare che è invece favorito dalla visione da vicino. I protocolli Atom (Atropine for the treatment of childhood myopia) sono diventati pratica comune nei principali ospedali pediatrici italiani e mondiali. Oggi vengono comunemente prescritti colliri galenici (confezionati in farmacie apposite) a base di atropina diluita allo 0,01% o 0,05% con ottimi risultati, tanto da essere divenuti uno dei gold standard per tutti i preadolescenti che manifestino un elevato indice di miopizzazione durante i controlli oculistici.

Lenti a defocus periferico

Per correggere la miopia in bambini e ragazzi di età compresa tra gli 8 e i 13 anni, sono recentemente arrivate sul mercato le lenti a defocus periferico (Dims, l’acronimo inglese per Defocus incorporated multiple segments). Sono occhiali esteticamente identici a quelli normalmente indossati, ma che al loro interno hanno un trattamento a “geometria inversa”: nella parte periferica della lente ci sono oltre 400 segmenti di defocus che stimolano in maniera differente la retina. L’immagine, quindi, è messa perfettamente a fuoco livello centrale, ma viene defocalizzata a livello periferico e questo sfuocamento induce l’occhio ad allungarsi di meno.

Tutti questi strumenti sono importanti per la salute, ma anche per i risultati scolastici: difetti visivi non corretti portano a stanchezza e disattenzione con minore apprendimento e motivazione, fattori importanti per il benessere e lo sviluppo psico-fisico e relazionale.

10/11/2022

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