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L’impatto subito dalle donne durante la pandemia da Covid-19, sia per quanto riguarda la salute che sul piano sociale, è stato più significativo rispetto a quello subito dagli uomini. Inoltre, le donne, secondo il quadro disegnato dal Pnrr, sono oggi la maggioranza sia fra il personale sanitario e che come fruitrici. Questi dati sono stati analizzati nell’ottava edizione del Libro bianco sulla salute della donna, realizzato da Fondazione Onda, Osservatorio Nazionale sulla salute della donna e di genere, presentato in collaborazione con la Farmindustria. La necessità che si palesa è la messa in atto di un approccio di genere all’interno dell’attuale processo di riorganizzazione del Sistema Sanitario.

Il volume intitolato “Criticità emergenti nell’era post Covid-19. Nuove opportunità della medicina territoriale” è dedicato all’impatto, in ottica di genere, che la pandemia ha avuto sulla popolazione, prendendo in considerazione gli indicatori demografici e i cosiddetti determinanti di salute con lo scopo di individuare criticità emergenti e riflettere sulle nuove opportunità che si potranno delineare, in particolare per le donne, attraverso la riorganizzazione della sanità territoriale.

Il Pnrr e il DM 77 hanno dato nuovo impulso, nella riorganizzazione della medicina territoriale, all’approccio di genere nella presa in carico dei pazienti. Questo volume”, evidenzia Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda, “dopo un’analisi della dimensione di genere della pandemia (dove le donne sono state più colpite a livello clinico, sociale, economico, di violenza) si focalizza sui nuovi ruoli delle figure professionali territoriali e sulla necessità di modificare l’organizzazione del Ssn, dove sempre di più le donne saranno le fruitrici dei servizi e le erogatrici di cure, purtroppo rivestendo ancora pochi ruoli apicali che definiscono le politiche sanitarie. Prossimità, transizione digitale e integrazione, direttrici del PNRR, devono passare ancheda un cambio di paradigma che faciliti le carriere femminili, attraverso adeguate politiche di conciliazione. Un grazie a Farmindustria, con la quale siamo arrivati a dieci pubblicazioni con Franco Angeli, per la condivisione di questi temi”.

Alcuni dati sono stati analizzati nell’ottica delle conseguenze cliniche, sociali ed economiche della pandemia da Covid-19, riguardo alle quali le donne patiscono ancora uno svantaggio rispettto agli uomini. La pandemia da Covid-19 ha pesato, infatti, in misura maggiore sulle donne, con un rischio circa doppio di sviluppare quadri sindromici a lungo termine e una più elevata probabilità di presentare sintomi persistenti e di maggior intensità. Stando ai dati dell’European Institute for Gender Equality, dei 49 milioni di persone impiegate nel settore sanitario, uno dei più esposti al virus, il 76 per cento erano donne, le quali risultavano inoltre sovra rappresentate nei servizi essenziali rimasti aperti durante la pandemia.

Ma forte è stato anche, e soprattutto, l’impatto a livello sociale: la situazione determinata dal Covid-19 relativamente alle restrizioni e al lavoro da casa ha comportato per le donne, che rappresentano l’80 per cento dei caregiver, carichi di cura addizionali, dovuti all’interruzione della scuola, dei servizi per l’infanzia e per gli anziani, nella complessa condizione di dover bilanciare le esigenze dello smart working con quelle della cura familiare. Secondo i rapporti di oltre 142 Paesi, la violenza contro le donne è cresciuta proprio come conseguenza delle misure governative utilizzate per contrastare la diffusione del virus, un dato questo estremamente preoccupante, soprattutto alla luce delle sue conseguenze a lungo termine e non solo psico-fisiche, tra cui isolamento, incapacità di lavorare, limitata capacità di prendersi cura di sé e dei propri figli.

Occorre in questo scenario, si segnala nel Libro Bianco, promuovere un ruolo attivo delle donne anche nella progettazione della dimensione operativa e procedurale, affinché questa trasformazione possa effettivamente ridurre l’onere di cura della popolazione femminile. Vanno individuati nuovi modelli organizzativi che consentano la conciliazione dei tempi di vita e lavoro, tramite l’adozione di orari flessibili e personalizzati e lo sviluppo delle forme diversificate di part time, l’implementazione di lavoro agile nel lavoro a turni e di assistenza diretta e, infine, il sostegno alla condivisione del lavoro familiare e di cura fra donne e uomini.

Lo stesso Pnrr individua nella Parità di genere una delle tre priorità trasversali perseguite in tutte le missioni che compongono il Piano. In questo senso, una risorsa fondamentale è quella della formazione dei professionisti impiegati nei nuovi distretti della salute e in tutti i presidi territoriali, una formazione che promuova una visione “di genere capace di valorizzare al meglio il ruolo delle donne nell’accesso alle carriere e di contrastare allo stesso tempo le molte forme di violenza e di discriminazione per un’effettiva parità.

08/03/2023

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