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Affrontare un tumore comporta numerose difficoltà, inclusi aspetti che possono superficialmente essere etichettati come secondari, ma che invece rappresentano motivo di grosso disagio e rendono ancora più faticoso portare avanti le cure, già di per sé impegnative. Per le donne, ad esempio, una significativa fonte di timore è rappresentata dalla possibile perdita di capelli a seguito della chemioterapia. Proviamo a capire perché questo fenomeno si verifica e a che punto è, in Italia, la possibilità di considerare la parrucca come un vero e proprio presidio sanitario (il cosiddetto "diritto alla parrucca”).

Perdita dei capelli: quando e perché succede

Perdere i capelli è un frequente effetto collaterale della chemioterapia. La sua manifestazione può variare in maniera significativa da persona a persona e inizia a verificarsi generalmente dopo alcuni giorni o settimane dall'inizio del trattamento.

I farmaci chemioterapici agiscono bloccando la moltiplicazione delle cellule e, per quanto la loro azione sia indirizzata soprattutto verso le cellule tumorali, che si riproducono in maniera più rapida, l’azione tossica interessa tutte le cellule che si dividono, come quelle dei bulbi piliferi. La radioterapia può determinare la perdita dei capelli solo se le radiazioni sono dirette alla testa, mentre durante la chemioterapia il farmaco circola in tutto l’organismo, rendendo quindi molto più probabile questa problematica. L’entità della perdita dei capelli è influenzata dal tipo di farmaci somministrati e può essere parziale oppure totale, ma non è possibile prevedere in anticipo l’effetto sulla singola persona. La perdita è quasi sempre temporanea e, dopo circa 3-6 mesi dalla fine delle cure, i capelli riprendono di solito a crescere.

I timori delle pazienti

La perdita dei capelli rappresenta uno degli effetti collaterali che spaventano maggiormente le pazienti e tende a provocare serie difficoltà a livello psicologico e sociale. Le donne si sentono infatti private della loro femminilità e, nello stesso tempo, costrette a rendere pubblica la malattia. Perdere i capelli viene infatti ormai universalmente associato a tumore e chemioterapia, ed è difficile mimetizzare il tutto. Un aiuto può certo venire dall’uso temporaneo di una parrucca, ma questa soluzione ha spesso un costo molto elevato. All’interno dell’attuale gestione della malattia oncologica, però, si tende sempre più a prestare attenzione a tutti gli ambiti che possono influenzare la qualità della vita del paziente e che, a loro volta, possono avere conseguenze su aderenza e continuità terapeutica.

Il diritto alla parrucca: le disparità sul territorio

In questo contesto si colloca l'idea di considerare la parrucca come vero e proprio presidio sanitario, ma la situazione attuale non è omogenea. Non esiste, per ora, una specifica normativa a livello nazionale e solo 15 Regioni hanno previsto fondi per coprire in maniera parziale o totale l'acquisto della parrucca, con notevole disparità fra Nord e Sud, dove il cosiddetto “diritto alla parrucca” è scarsamente assicurato.

In alcuni casi, sono le associazioni di volontariato ad aiutare le pazienti oncologiche, mettendo a disposizione alcune parrucche. Inoltre, c’è la possibilità di ottenere detrazioni fiscali per l’acquisto di una parrucca da parte di soggetti che effettuano trattamenti antitumorali.

Gestione della caduta dei capelli: prevenzione

Si è scoperto che, raffreddando il cuoio capelluto, si ottiene una restrizione dei vasi sanguigni che impedisce ai farmaci di raggiungere la radice dei capelli. In questo modo, si riescono a ridurre i danni ai bulbi piliferi e a diminuire la perdita di capelli.

Il successo di questa tecnica di ipotermia è variabile e dipende dal tipo di tumore e di farmaci utilizzati. La procedura può essere realizzata tramite caschetti refrigerati manuali e automatizzati, che devono aderire bene alla testa e mantenere una bassa temperatura in maniera costante. L’applicazione del casco può generare effetti collaterali come cefalea, sensazione di freddo e disagio. Questa opzione, attuata per la prima volta nel 2015 presso l’Istituto Europeo dei Tumori di Milano, è disponibile per le donne con tumore al seno al primo o al secondo stadio all'interno di un protocollo di ricerca clinico che coinvolge alcuni Reparti Oncologici presenti sul territorio italiano.

Cosa fare in caso di perdita di capelli

In generale, in caso si inizino a perdere i capelli a causa della chemioterapia, il consiglio è quello di effettuare velocemente un taglio molto corto, per non affrontare una faticosa perdita progressiva, più difficile da accettare. Per lavare i capelli è meglio utilizzare solo shampoo delicati ed è consigliabile evitare l’uso di phon e piastre. Inoltre, possono eventualmente essere richiesti al proprio medico farmaci specifici e lozioni topiche in grado di svolgere un’azione protettiva.

03/11/2022

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