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Le reti di senologia, note come Breast Unit, sono un modello di cura per le persone con tumore al seno la cui sopravvivenza, nell’ordine dell’80% a 5 anni, aumenta del 9% per chi accede in centri che assistono almeno 150 nuovi casi all’anno. Non stupisce che, al XIV Congresso Nazionale Aiom, Associazione italiana di oncologia medica, dedicato alle nuove sfide per gli oncologi, sia stata presentata l’iniziativa “Breast – carcinoma del seno” realizzata da Aiom con il contributo di Novartis.

Le Breast Unit sono un modello di assistenza specializzato nella diagnosi, cura e riabilitazione psicofisica delle donne colpite da carcinoma mammario, affidate a un gruppo multidisciplinare di professionisti dedicati e con esperienza specifica in ambito senologico. In questo contesto, la donna è quindi supportata nei trattamenti da un team di professionisti e da gruppi di lavoro che personalizzano le cure. Oltre a core-team di almeno 6 professionisti, possono essere coinvolti, in base alle esigenze della singola paziente: ginecologo, genetista, psicologo, chirurgo plastico, fisiatra, geriatra, endocrinologo, biologo molecolare, infermiera di ricerca, il case-manager.

Il sito Breast – carcinoma del seno vuole essere un punto di riferimento corretto e utile per gli utenti del web che desiderano trovare informazioni certe sulla forma più diffusa di tumore del nostro paese.

Oltre a fornire indicazioni su prevenzione, diagnosi precoce, screening, sintomi e terapie del carcinoma mammario, il portale ha una sezione per contattare le singole Breast Unit presenti a livello nazionale.

I Centri di senologia sono stati istituiti in Italia, il 18 dicembre 2014 con l’approvazione, in Conferenza Stato-Regioni, del documento ministeriale “Linee di indirizzo sulle modalità organizzative ed assistenziali della rete dei centri di senologia” che ne definisce le caratteristiche e i requisiti essenziali per i percorsi diagnostico-terapeutici in senologia. L’intesa prevede, in ogni Regione, una breast unit ogni 250.000 abitanti in grado di trattare almeno 150 nuovi casi ogni anno e con almeno un core team di 6 professionisti: radiologo, chirurgo, patologo, oncologo, radioterapista, data manager.

Le Breast Unit, dedicate alla cura del tumore della mammella, sono attualmente 287: l’80% tratta più di 150 nuovi casi ogni anno, che è la soglia minima stabilita a livello europeo. Quasi l’80% delle strutture ha una nutrizione clinica di riferimento. Tra le criticità maggiori, spiccano l’assistenza domiciliare oncologica, disponibile solo per il 68% dei centri e la carenza di personale per i gruppi di cure simultanee.

Secondo gli ultimi dati Aiom 2021, in Italia sono state stimate circa 55.000 nuove diagnosi di tumore al seno nel 2020. Nel 15% delle diagnosi, il tumore al seno è già metastatico o lo diventerà. Oggi almeno 37.000 donne convivono con una diagnosi di carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico, e nel 10% dei casi il tumore esprime una mutazione della linea germinale del gene Brca trasmesso per via ereditaria. A fronte di tale incidenza la sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi raggiunge l’88% mentre la mortalità per il 2021 è stimata in 12.500 decessi. A oggi, in Italia, sono 834.200 le donne viventi dopo una diagnosi di tumore della mammella.

Le nuove terapie hanno portato la sopravvivenza mediana dopo la diagnosi di tumore al seno metastatico da circa 50 mesi a oltre 60 mesi, quindi a più di 5 anni: traguardo mai raggiunto all’interno di trial clinici. Riuscire a spostare sempre più in avanti la sopravvivenza mediana è una chiara indicazione dell'efficacia delle terapie, che sono riuscite a offrire circa un anno in più di vita alle pazienti.

Nel sito Breast – carcinoma del seno c’è anche una sezione dedicata alla prevenzione primaria, legata agli stili di vita, e la secondaria che consiste invece nel diagnosticare un carcinoma in uno stadio precoce per aumentare le possibilità di cura e guarigione.

A tale proposito si ricorda che la mammografia è indicata dai 50 ai 69 anni, con cadenza biennale (alcune Regioni, su indicazione del Ministero della Salute, la stanno estendendo alle donne tra i 45 e 49 anni con intervallo annuale e alle donne tra i 70 e 74 anni con intervallo biennale).

Ci sono anche indicazioni per i controlli da fare per chi è più a rischio, per familiarità o perché portatrice di mutazione del gene Brca-1 e/o Brca-2. Gli specialisti Aiom, infine, spiegano come procedere all’autopalpazione del seno: un esame semplice e salva-vita che una donna è in grado di effettuare da sola anche a casa.

03/10/2022

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