Una nuova Unità operativa di Cardiologia dello sport nasce al Centro cardiologico Monzino (Ccm) di Milano. Frutto di un'evoluzione del servizio Monzino Sport, nato nel 2016 - ricordano dall'Irccs - con l'obiettivo di creare un polo di riferimento nazionale per gli sportivi professionisti e amatoriali che vogliono svolgere la loro attività senza rischi per il cuore, il centro è guidato da Gianluca Pontone, direttore del Dipartimento di Cardiologia perioperatoria e Imaging cardiovascolare, e da Claudio Tondo, direttore del Dipartimento di Aritmologia, con la consulenza di Antonio Pelliccia, responsabile del reparto Cardiologia dell'Istituto di Medicina e Scienze dello sport del Coni.
La protezione del cuore degli sportivi - spiega una nota del Ccm - è sentito oggi come tema di primaria importanza, sia scientificamente che clinicamente, e ha promosso la costituzione di un Heart Team multidisciplinare del quale si avvale la nuova, specifica Unità operativa, a cui afferiscono esperti di imaging, di aritmologia e cardiologi specializzati in medicina dello sport.
"Molto spesso le patologie cardiache a rischio per lo sportivo non presentano sintomi evidenti - sottolinea Pontone - Per riconoscerle è quindi necessario disporre non solo di tecnologie diagnostiche avanzate, in grado di esplorare tutti i potenziali rischi cardiaci, ma anche di altissimi livelli di esperienza e specializzazione nell'area specifica della cardiologia dello sport. Al Monzino queste condizioni sono da sempre presenti e il ruolo dell'Uo di Cardiologia dello sport è quello di coordinarle, ottimizzarle e metterle a disposizione degli atleti”. Nel centro cardiologico di alta specializzazione, si ritrova una cultura consolidata di integrazione di competenze e un modello organizzativo unico.
"Fare sport in sicurezza dal punto di vista cardiovascolare - evidenzia Tonolo - è un'esigenza fortemente sentita da sempre, recentemente amplificata dalla pandemia Covid. Gli studi più importanti, alcuni dei quali condotti proprio al Monzino, confermano infatti che i legami tra Covid-19 e cuore possono essere talora pericolosi. Per esempio - rimarca Tonolo - tra i pazienti che hanno avuto forme gravi di Covid, alcuni possono soffrire di aritmie come segnale di una miocardite (infezione del muscolo cardiaco) causata dal virus. Per questo, prendendo spunto dalle indicazioni specifiche della Federazione italiana di medicina dello sport, nonché dei recenti documenti di consenso americani ed europei, abbiamo messo a punto uno specifico percorso di esami che permette agli sportivi che hanno avuto una diagnosi o un sospetto di Covid-19 di riprendere la loro attività senza rischi per il cuore. Unendo tutte le competenze e tecnologie, possiamo proporre check-up personalizzati a seconda del livello (professionista o amatore) e del tipo di sport praticato".
Negli ultimi 4 anni, al centro cardiologico, sono stati studiati diverse centinaia di atleti impegnati in un ampio spettro di attività agonistiche, dagli sport più diffusi come calcio, ciclismo, basket e atletica, alle attività più estreme come triathlon e ultra-maratona. Il know-how disponibile si estende anche ad alpinisti e escursionisti d'alta quota: per loro è disponibile un percorso specifico di check-up per vivere la montagna al meglio, ma senza rischi. In questi atleti il Ccm ha valutato e gestito una patologia cardiaca, consentendo all'atleta di tornare in sicurezza alla propria attività.
17/11/2022
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