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"Se si vuole 'salvare' il sistema salute dell'Italia dalle crisi sanitarie, pandemiche e ora anche economiche”, si deve partire “da un intervento dedicato alla salute mentale. Siamo già entrati in una fase sociale in cui migliaia di famiglie, di aziende, di imprenditori, di cittadini vedono il proprio lavoro, il proprio futuro a rischio. E le conseguenze di questo saranno psichiche, subito dopo che economiche". Lo sottolineano Claudio Mencacci e Matteo Balestrieri, presidenti Società italiana di neuropsicofarmacologia (Sinfp), in una lettera al Parlamento e al Governo, inviata il 10 ottobre in occasione della Giornata mondiale sulla salute mentale e anche del Global Mental Health Summit, ospitato a pochi giorni di distanza, proprio dal nostro Paese, a Roma.

A 44 anni dalla riforma psichiatrica, secondo Mencacci e Balestrieri, "il primo passo” da compiere, “è fare il punto e attivare un’agenzia nazionale per la salute mentale che possa rivedere a 360 gradi il settore e che solo un Governo politico, con di fronte una nuova legislatura, può programmare. I valori dovranno essere quelli dell'agenzia nazionale per la coesione territoriale. Il Governo che lo farà sarà il primo a dichiarare la salute mentale un diritto fondamentale delle persone. Un lascito di civiltà alle future generazioni".

Dati alla mano, "ogni anno 84 milioni di europei sono colpiti da un problema di salute mentale, circa 80.000 persone muoiono per disturbi mentali e in seguito di suicidio. La pandemia ha peggiorato la salute mentale globale - spiegano Mencacci e Balestrieri - mentre si conferma la stima che entro il 2030 i disturbi depressivi saranno la principale causa di disabilità nei Paesi ad alto reddito. Nonostante questi numeri ben noti, in Italia da anni stiamo osservando un progressivo cedimento strutturale - evidenziano - di molte delle articolazioni territoriali e ospedaliere della salute mentale: un calo dei dipartimenti da 183 a 141, una riduzione significativa dei posti letto nei reparti ospedalieri attorno al 10% (-400), un aumento di tutte le situazioni residenziali e di non restituzione alla vita normale".

E ancora, "la Conferenza Stato-Regioni ha (aveva) fissato al 5% la quota destinata alla salute mentale del Fondo sanitario nazionale che per il 2022 è di 122 miliardi di euro. Non solo una percentuale ampiamente insufficiente (in Europa siamo al 10%), ma regolarmente disattesa, una chimera: la media di stanziamento effettivo delle Regioni è infatti di circa il 3%. Gli utenti sono scesi in maniera inesorabile dagli 850.000 del 2017 a meno di 730.000 nel 2020. A tutto questo si aggiunge la fuga del personale medico e infermieristico da dipartimenti già sotto-organico da anni, tanto che nel 2025 mancheranno altri 1.000 psichiatri tra pensionamenti e dimissioni e circa 9.000 tra infermieri, psicologi, assistenti sociali, terapisti della riabilitazione". Numeri alla mano, "la rete dei servizi pubblici di salute mentale - denunciano i presidenti Sinfp - appare sempre più povera, sempre meno capace di intercettare il disagio psichico giovanile che, in particolare con la pandemia, rappresenta una vera e propria emergenza. Una situazione paradossale a cui serve mettere mano con una urgenza assoluta".

Gli specialisti, quindi, sostengono la necessità di "un'agenzia nazionale che promuova la salute mentale, con fondi a favore di progetti di prevenzione ma anche di cultura ed educazione a partire dalle scuole. Un'agenzia nazionale che si preoccupi della salute psichica e fisica della donna in gravidanza, di combattere la povertà materiale e sociale, di garantire assistenza al parto riducendo i rischi connessi, di promuovere screening nelle scuole, a dimostrazione dell'importanza di riconoscimento precoce di traiettorie che possono diventare patologiche sia nell'ambito dei disturbi affettivi (depressione disturbi bipolari) che dei disturbi del neurosviluppo (autismo, Adhd, esordi psicotici). Infine, un'agenzia nazionale che sancisca che per difendere il diritto alla salute e garantire la sua esigibilità è indispensabile anche mettere a disposizione risorse di personale. Non c'è più tempo per tergiversare su questo tema", concludono Mencacci e Balestrieri.

12/10/2022

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