L’atrofia cerebrale è una riduzione permanente del tessuto cerebrale che può estendersi all’intero organo oppure limitarsi ad aree specifiche. Questa patologia comporta una perdita di funzioni dell’encefalo, la cui entità dipende dall’estensione delle aree interessate. L’atrofia cerebrale colpisce sia la sostanza grigia, ossia lo “strato” cerebrale in cui sono raccolti soprattutto i corpi cellulari dei neuroni, sia la sostanza bianca, rappresentata principalmente dalle strutture che partono dal corpo cellulare del neurone e conducono gli stimoli (gli assoni). I danni causati dall’atrofia comportano quindi un calo numerico e funzionale dei neuroni encefalici e una perdita delle connessioni che i neuroni stabiliscono tra loro.
Quali sono i sintomi dell’atrofia cerebrale?
L’atrofia può determinare sintomi come:
- la riduzione nella velocità di elaborazione delle informazioni;
- la riduzione della capacità di ricordare soprattutto le cose appena accadute o accadute da poco (memoria a breve termine);
- la riduzione della capacità di collocare visivamente e nello spazio appropriato oggetti, figure, numeri, ma anche le diverse parti del proprio corpo;
- la riduzione della capacità di portare a termine, iniziare o condurre un discorso in modo fluente.
Queste alterazioni vengono definite come alterazioni a carico dei sistemi e delle funzioni cognitive.
I sintomi derivanti dall’atrofia, che saranno più o meno evidenti a seconda della gravità, sono spesso correlati alla zona cerebrale colpita. Se l’atrofia colpisce la zona del cervello sopratentoriale, si può osservare la comparsa di sintomi di affaticamento anche di significativa entità. Se è la zona limbica ad essere colpita, si avranno soprattutto alterazioni dello stato emozionale e dell’umore in senso depressivo. Se l’atrofia colpisce la parte laterale del lobo frontale o parietale sinistro, si osservano soprattutto alterazioni della memoria a breve termine, del linguaggio, delle funzioni di pianificazione e legate al “prendere decisioni”.
Le cause dell’atrofia cerebrale
L’atrofia cerebrale è causata di frequente dall’invecchiamento, ma può dipendere anche da altri fattori: traumi cerebrali, episodi di ictus, malattia di Alzheimer, demenza senile, demenza frontotemporale, malnutrizione, anoressia nervosa ed encefaliti di natura infettiva.
Una precisa identificazione delle cause e dei possibili meccanismi che possono portare all’atrofia cerebrale non è stata ancora completamente definita. Generalmente la causa non è univoca ma si osserva sovrapposizione e interazione di molteplici meccanismi e cause tra cui: genetica, fattori ambientali, malattie, meccanismi di tipo infiammatorio, autoimmune (ossia produzione di cellule e sostanze da parte del nostro organismo che vanno ad aggredire i nostri stessi organi), ma anche l’esposizione a tossine (come per esempio il fumo).
Inoltre, in alcuni pazienti (quelli con genotipo apolipoproteina E-ɛ4) si verifica una riduzione annuale del volume cerebrale che è 5 volte superiore a soggetti che non abbiano tale genotipo.
È stato dimostrato che lo stress cronico (indotto in modelli sperimentali) e la depressione favoriscono lo sviluppo di atrofia cerebrale; la causa potrebbe essere il rilascio di quantitativi in eccesso di glutammato, il maggior neurotrasmettitore eccitatorio presente a livello cerebrale. Anche il diabete di tipo 2 può causare atrofia cerebrale.
L’ipertensione e le malattie che colpiscono i vasi cerebrali entrano invece a far parte dei fattori che influiscono soprattutto sulla più rapida progressione dell’atrofia cerebrale.
L’AIDS può presentare quadri di diffusa atrofia cerebrale che si esprimono nella demenza o nei disturbi delle funzioni cognitive AIDS-associati.
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