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Con l’arrivo dell’estate cresce la voglia di essere in forma e di conseguenza aumentano i tentativi per perdere peso. Il digiuno intermittente rappresenta al momento una delle scelte più gettonate e si basa su un’attenta pianificazione degli orari dei pasti con l’obiettivo di accelerare il metabolismo corporeo. Un recente studio ne ha però messo in dubbio la reale efficacia.

Come funziona il digiuno intermittente

Questo tipo di regime prevede di concentrare tutti i pasti in un arco ridotto di ore e di evitare il cibo per le restanti ore. Lo schema più diffuso viene riassunto in 16:8, che prevede 16 ore di digiuno e 8 ore di alimentazione.

I pasti raccomandati sono solitamente 3, ovvero colazione, pranzo e spuntino, che devono essere ben calibrati per permettere di assumere tutte le sostanze nutritive necessarie. Nelle ore di digiuno è possibile consumare bevande, ma non devono essere zuccherate.

Studio sull’efficacia

Lo studio, condotto all’Università di Guangzhou in Cina e pubblicato sul New En-gland Journal of Medicine, ha coinvolto 139 persone obese, che sono state seguite per un anno per valutare l'effettiva efficacia di questo regime alimentare. Alle donne è stata attribuita una quota giornaliera di circa 1.200-1.500 calorie, agli uomini di 1.500-1.800.

Tutti i soggetti hanno tenuto lungo il corso dell’indagine un accurato diario alimentare dove prendevano nota di ogni pasto, che veniva anche fotografato. Inoltre, venivano seguiti da un food coach.

I dati a distanza di un anno hanno indicato una perdita di peso media di 8 chili per le persone che seguivano il digiuno intermittente e di 6,3 per i soggetti che erano liberi di mangiare all’orario che preferivano, rispettando comunque l’apporto calorico. Una differenza non significativa, che si rifletteva anche su altri parametri presi in considerazione, come circonferenza addominale, grasso corporeo e massa magra.

Digiuno intermittente: benefici e controindicazioni

Ma su cosa si basa il principio del digiuno intermittente e quali benefici specifici comporta?

Il punto di partenza è il ritmo circadiano, ovvero l’orologio biologico che regola molte attività biologiche dell’organismo nel corso delle 24 ore e che, generalmente, si associa all’alternanza di luce e buio. Poiché il metabolismo degli zuccheri e dell’insulina segue questo ritmo, mangiare quando c’è più luce viene giudicato più adeguato e salutare, mentre nel pomeriggio e alla sera si va incontro a una maggiore insulino-resistenza.

Al di là della perdita di peso, questo tipo di dieta comporta quindi un miglioramento dell’insulino-resistenza e può anche facilitare la percezione del senso di fame e di sazietà. Inoltre, si riscontra di solito un aumento del livello energetico, con minore stanchezza e più elevata capacità di attenzione e concentrazione.

Si tratta di un regime senza particolari controindicazioni, anche se va sempre praticato dietro il parere del medico, che può anche indicare differenti impostazioni orarie, almeno in una fase iniziale, come per esempio lo schema 12:12, 12 ore digiuno e 12 di alimentazione.

Per alcuni soggetti il digiuno intermittente è da evitare, come bambini, adolescenti, donne in gravidanza e allattamento e persone con disturbi alimentari.

28/06/2022

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