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Cefalea, tumori, lombalgie, neuropatia diabetica, neuropatie periferiche, osteoartriti, endometriosi, fibromialgia, herpes zoster, esiti da trauma: sono alcune condizioni e patologie che provocano dolore cronico, vera e propria malattia che influisce sulla salute delle persone e ne condiziona la vita, il lavoro, le relazioni sociali. Si stima che ne soffrano circa 13 milioni di italiani e 150 milioni di europei. Quasi un milione di italiani lamenta la presenza di dolore persistente “severo”, cioè di intensità uguale o superiore a “7” (in una scala numerica da 0 a 10) e almeno il doppio ha dolore cronico “moderato”, di intensità tra 4 a 6. Ovviamente con l'avanzare dell'età la situazione tende a peggiorare. 

Il diritto a non soffrire - o quantomeno ad avere alleviato il dolore - è sancito da una legge dello Stato (n. 38 del 15 marzo 2010), “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore” che prevede il ricorso alla terapia del dolore, anche detta terapia antalgica o medicina del dolore, una specialità medica volta ad aumentare la qualità della vita dei pazienti affetti da sintomatologia dolorosa. Infatti, se è vero che in certi casi il dolore non può essere rimosso in modo definitivo, può però essere curato e alleviato attraverso le numerose tecniche a disposizione dello specialista algologo dopo l'individuazione delle cause che lo originano. In base alla legge 38, la terapia del dolore è definita come "L'insieme di interventi diagnostici e terapeutici volti a individuare e applicare alle forme morbose croniche idonee e appropriate terapie farmacologiche, chirurgiche, strumentali, psicologiche e riabilitative, tra loro variamente integrate, allo scopo di elaborare idonei percorsi diagnostico-terapeutici per la soppressione e il controllo del dolore". 

Il dolore è una spia 

Il dolore è una spia che ci allerta che il nostro organismo ha subito o sta per subire un danno. Tuttavia, a volte diventa una vera e propria malattia che, se non trattata adeguatamente, può causare danni fisici e psichici permanenti. Questa forma di dolore è un nemico da combattere, specie quando non è occasionale e non si risolve con semplici analgesici. Quando il dolore persiste è consigliabile consultare un medico, al fine di impostare un’adeguata terapia del dolore o per chiedere consiglio sui centri di eccellenza in tal proposito. 

I centri specializzati

In base alla legge n. 38, che ha segnato uno spartiacque nell’organizzazione della cura del dolore in Italia, il dolore può essere curato anche in centri dedicati alla terapia del dolore, nell’ambito del Servizio sanitario nazionale. Il primo passo è parlare del dolore che si prova con il medico di medicina generale o il pediatra. Il livello del dolore sarà “misurato” attraverso una “scala validata” e/o con strumenti idonei, per esempio, se a soffrire è un bambino. Sarà il dottore a prescrivere le cure adatte oppure, sempre sulla ricetta del Ssn, la visita specialistica presso uno dei centri di terapia del dolore diffusi sul territorio, dove sono disponibili anche terapie avanzate per il trattamento del dolore. Con il DPCM di definizione e aggiornamento dei Lea nel 2017, la terapia del dolore è stata inserita nei Livelli essenziali di assistenza, le prestazioni che il Ssn deve assicurare a ogni cittadino su tutto il territorio nazionale, a prescindere dal luogo di residenza. 

Nei centri di terapia del dolore la stretta collaborazione tra oncologi, psicologi e medici di altre specialità garantisce un inquadramento completo del paziente e l'individuazione delle più efficaci strategie terapeutiche. Il dolore non curato in modo opportuno non solo è nocivo per la psiche, ma compromette tutto l'organismo, indebolisce le difese immunitarie e crea dei veri e propri danni a tutti gli organi. È problematico per un solo specialista trattare una patologia così articolata e complessa. Per questa ragione sono stati formati medici altamente specializzati e centri di terapia del dolore che offrono un trattamento coordinato e completo delle diverse esigenze dei pazienti. 

Terapia del dolore, ad ognuno la sua 

La scelta della terapia dipende dalla tipologia e dalla gravità del dolore, oltre che dal successo dei trattamenti precedenti. Le terapie più frequenti sono le seguenti. 

  • Farmaci: oltre a cortisone, antinfiammatori e antidolorifici si utilizzano altre classi di farmaci attivi sulla conduzione nervosa, psicofarmaci e oppioidi. 
  • Stimolazione neuromuscolare viene effettuata tramite l’utilizzo di elettrodi sulla pelle, è capace di limitare o in alcune circostanze di azzerare il dolore. In casi particolari lo stimolo può essere applicato direttamente sulle strutture nervose o in vicinanza del midollo spinale. 
  • Fisioterapia aiuta a recuperare il movimento articolare, riduce la contrattura muscolare e contribuisce al controllo del dolore. 
  • Infiltrazioni con iniezioni a base di anestetico locale e cortisonico in prossimità dei nervi periferici interessati. 
  • Sostegno psicologico che prevede anche il ricorso a tecniche di rilassamento per migliorare l'efficacia delle terapie mediche e della vita affettivo-relazionale del paziente. 
  • Trattamenti chirurgici di vario tipo, che tendono a “correggere” la causa che ha provocato lo stato doloroso.

20/11/2023

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