La fibromialgia è una sindrome che determina una serie di sintomi fra i quali spiccano dolore muscoloscheletrico diffuso e senso di stanchezza.
Si tratta di una malattia cronica che interessa circa 1,5-2 milioni di italiani e che spesso viene diagnosticata con molto ritardo, causando un impatto fortemente negativo sulla vita dei pazienti, bollati in molti casi come “malati immaginari” (dati AISF-Associazione italiana sindrome fibromialgica). Si sta comunque diffondendo, poco alla volta, una maggiore conoscenza della malattia, anche grazie a diversi personaggi noti che hanno affermato di soffrirne e che hanno descritto nel dettaglio sintomi e difficoltà.
Cos’è la fibromialgia
Le manifestazioni più frequenti della fibromialgia comprendono dolori muscolari, stanchezza, rigidità, insonnia, problemi di memoria e alterazioni dell'umore.
Il dolore coinvolge di solito tutto il corpo ma, in fase iniziale, può concentrarsi in una sede specifica, come il rachide cervicale e le spalle, per poi diffondersi. Il dolore fibromialgico può assumere diverse connotazioni, da sensazione di bruciore a senso di rigidità e tensione, e cambiare nel corso della giornata, a seconda del tipo di attività che si svolge e di vari altri fattori, come le condizioni atmosferiche, lo stress e il ritmo sonno/veglia. Nella maggior parte dei pazienti il dolore, più o meno intenso, è avvertito in maniera costante.
Quasi sempre il dolore è accompagnato da astenia, una sensazione di affaticamento che può essere moderato o severo, come accade alle persone affette da sindrome da affaticamento cronico (CFS), patologia spesso correlata alla fibromialgia. Inoltre, sono spesso presenti disturbi del sonno, soprattutto nella fase profonda, con frequenti risvegli e l’impressione, al risveglio, di non essersi riposati. Altri sintomi ricorrenti riguardano i cambiamenti del tono dell’umore, che comprendono forme di ansia, depressione e difficoltà a concentrarsi.
Come si effettua la diagnosi
Il reumatologo è il medico specialistico adatto a diagnosticare questa malattia. La diagnosi di sindrome fibromialgica si basa sulla presenza di dolore diffuso in aree simmetriche da almeno tre mesi, unito alla positività di almeno 11 di 18 punti sensibili individuati sul corpo. Non esistono specifici esami di laboratorio o radiologici utili a individuare questa malattia e per questo motivo la diagnosi è di solito particolarmente lunga e complessa. Risulta importante valutare attentamente anamnesi e storia clinica del paziente ed escludere la presenza di altre patologie con sintomi simili, come ad esempio l’ipotiroidismo.
Raggiungere una diagnosi sicura e ricevere le giuste informazioni sulle caratteristiche di questa sindrome è un passo essenziale per consentire al paziente di sentirsi compreso e rassicurato e per iniziare a impostare un piano terapeutico adeguato.
Vivere con la fibromialgia
La fibromialgia non è una malattia progressiva, ma in alcuni casi i sintomi possono determinare difficoltà a svolgere l’attività lavorativa o una normale vita di relazione. Un approccio multidisciplinare è indicato per rendere la terapia più efficace, affiancando ai trattamenti farmacologici l’apporto di diverse figure specialistiche, come il terapista della riabilitazione, il reumatologo e lo psicologo.
Un ruolo importante nel processo riabilitativo lo svolge l’esercizio aerobico, come nuotare, camminare o andare in bicicletta. Possono apportare benefici anche attività come agopuntura, ginnastica dolce e yoga.
Con il giusto piano terapeutico molti pazienti riscontrano un miglioramento delle proprie condizioni e arrivano a gestire più facilmente la convivenza con la malattia.
04/07/2022
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