It looks like you are using an older version of Internet Explorer which is not supported. We advise that you update your browser to the latest version of Microsoft Edge, or consider using other browsers such as Chrome, Firefox or Safari.

Le temperature elevate possono essere insidiose per la salute per chi assume particolari farmaci, neonati, donne in gravidanza, persone con particolari patologie, ma anche sportivi e, chiaramente, gli anziani che restano "comunque quelli che hanno un più elevato rischio di complicanze a causa di una maggiore sensibilità al calore, di una riduzione dello stimolo della sete e di una minore efficienza di meccanismi della termoregolazione", secondo l’elenco delle situazioni di maggiore vulnerabilità alle ondate di calore redatto dal ministero della Salute.

Ci sono dei farmaci che interferiscono con i meccanismi della termoregolazione o influenzano lo stato di idratazione. Particolare attenzione si dovrebbe avere quindi nel caso si assumano medicinali per ipertensione e malattie cardiovascolari; disturbi della coagulazione; malattie neurologiche; malattie psichiatriche; disturbi della tiroide; malattie respiratorie croniche. Rischi da caldo ci sono anche per le persone con dipendenze. L'uso di alcol e oppiacei incrementa la vasodilatazione cutanea e aumenta la sudorazione, riducendo la temperatura corporea, ma aumentando il rischio di disidratazione. Inoltre, l'alcol agisce come un potente diuretico, portando a un'ulteriore eccessiva perdita di liquidi e disidratazione.

Anche le persone giovani possono avere disturbi legati alle alte temperature, in particolare se fanno esercizio fisico o un lavoro intenso all'aria aperta. Le persone che svolgono un'intensa attività lavorativa all'aperto (per esempio lavoratori agricoli, lavoratori del settore costruzioni, trasporti eccetera) sono maggiormente a rischio di sviluppare uno dei disturbi associati al caldo.

Condizioni di caldo estremo - spiega il ministero - rappresentano un rischio per la salute soprattutto in sottogruppi di popolazione caratterizzati da una limitata capacità di termoregolazione fisiologica o ridotta possibilità di mettere in atto comportamenti protettivi. Neonati e bambini, per esempio, per la minore capacità di termoregolazione e per l'incapacità di esprimere eventuali disagi legati alle condizioni ambientali, sono maggiormente esposti al rischio di un aumento eccessivo della temperatura corporea e a una disidratazione, con possibili conseguenze dannose sul sistema cardiocircolatorio, respiratorio e neurologico.

Anche le donne in gravidanza sono particolarmente vulnerabili, l'organismo in questa fase va infatti incontro a una serie di cambiamenti fisiologici: l'aumento del volume del sangue materno, per un adeguato flusso sanguigno alla placenta, richiede una sufficiente idratazione. Il caldo può essere causa di disidratazione, con la perdita, attraverso la sudorazione, di liquidi e sali minerali preziosi per l'equilibrio materno-fetale. Le donne che soffrono di malattie croniche o quelle che hanno patologie della gravidanza, come la pressione alta o il diabete in gravidanza, possono essere più a rischio di parto prematuro.

Tra le persone con malattie croniche, i diabetici, anche se in terapia farmacologica, sono a rischio di disidratazione, soprattutto in caso di neuropatia periferica, perché la sudorazione è inefficiente per via dell'interruzione del segnale diretto alle ghiandole sudoripare. I pazienti con grave insufficienza renale o dializzati, infine, sono maggiormente a rischio poiché possono andare incontro più facilmente a sbalzi di pressione.

Tra le categorie vulnerabili ci sono anche le persone che soffrono di disturbi psichici: a causa del loro minore grado di consapevolezza del rischio, possono assumere comportamenti inadeguati. Inoltre, è bene ricordare che questo gruppo di persone fa abituale uso di farmaci e ciò può aggravare gli effetti indotti dall'eccesso di calore.

Un altro gruppo a rischio di effetti avversi da caldo sono gli operatori socio-sanitari e tutti i lavoratori che svolgono servizi essenziali negli ospedali e nelle strutture residenziali per anziani, in quanto i dispositivi di protezione individuali possono aumentare il rischio di disturbi causati dal caldo. Questi lavoratori vanno particolarmente protetti, ad esempio con pause frequenti in luoghi rinfrescati, reintegro dei sali e liquidi persi, programmando le attività più pesanti nelle ore più fresche, adottando un abbigliamento più leggero.

A rendere vulnerabili alle ondate di calore ci sono infine le condizioni socio-economiche disagiate La povertà e la solitudine possono ridurre la consapevolezza dei rischi e limitano l'accesso alle soluzioni di emergenza. Chi è più povero o più isolato, inoltre, ha minori possibilità di spostare temporaneamente il proprio domicilio in zone più favorevoli e minori possibilità di condizionare l'aria della propria abitazione.

17/07/2023

Curated Tags

Stai lasciando l'area PAG

Ora sarai reindirizzato su un contenuto dell'area pubblica