La psoriasi colpisce, solo in Italia, oltre 2 milioni di persone, mentre in Europa registra circa 14 milioni di casi e 125 milioni nel mondo. Tuttavia, è una malattia della pelle in molti casi sottovalutata: troppo spesso è considerata solo un problema estetico, piuttosto che una patologia a 360° con importanti comorbidità (tra cui diabete e problemi cardiovascolari) e pesanti ripercussioni sulla vita quotidiana.
A ricordare quanto può essere invalidante la psoriasi sono le tante iniziative organizzate in occasione della Giornata mondiale - patrocinata dall’Organizzazione mondiale della sanità e promossa in oltre 50 Paesi dalla International Federation of Psoriasis Associations (IFPA), che si celebra come ogni anno il 29 ottobre - vera e propria cassa di risonanza per promuovere le istanze dei malati psoriasici presso le istituzioni nazionali e regionali.
Obiettivo: sensibilizzare l’opinione pubblica sulla malattia psoriasica, invitare i ministri della Salute dei vari governi a migliorare l'accesso alle cure per i pazienti e richiamare l'attenzione su una malattia che ha risvolti anche sulla salute mentale e sul benessere psichico. L'infiammazione sistemica che si verifica nell'organismo e il fatto che la malattia sia visibile sulla pelle rendono le persone affette da malattia psoriasica a rischio di sviluppare depressione e ansia. Non a caso, il motto del World Psoriasis Day 2022 è “United we tackle Mental Health”, ovvero: uniti affrontiamo la salute mentale.
E che la psoriasi sia più di quello che si vede, lo conferma anche una ricerca condotta dalla IFPA: un quarto delle persone affette da malattia psoriasica soffre di depressione. Per quanto riguarda l'ansia il numero sale a uno sconcertante 48%. La buona notizia – secondo l’indagine - è che un trattamento tempestivo e adeguato sia della malattia psoriasica che della depressione o dell'ansia può migliorare efficacemente le condizioni.
Non solo: uno dei fattori che contribuiscono all'esacerbazione della malattia psoriasica è lo stress. Gli eventi stressanti possono essere responsabili dell'insorgenza della malattia e possono scatenare una nuova infiammazione. Paradossalmente, l'imprevedibilità delle riacutizzazioni della malattia è di per sé una causa di stress e ansia.
Anche per l’Oms i casi gravi di psoriasi incidono sulla salute e sulla qualità di vita del paziente in misura simile ad altre malattie croniche, tanto che l’ha riconosciuta come una grave malattia non trasmissibile (Ncd), portando all’attenzione lo stigma sociale che contraddistingue la vita di questi pazienti, i ritardi e gli errori nella diagnosi, i trattamenti inadeguati e insufficienti, il dolore e la grave disabilità a cui può portare, nelle forme più gravi, la malattia.
La malattia infiammatoria della pelle ad andamento cronico e purtroppo recidivante nella sua forma più comune si manifesta con placche eritemato-squamose localizzate in varie parti del corpo. Sulla pelle compaiono chiazze rossastre, rotonde, eritematose, sulle quali si formano delle squame di colore argento, dovute a un ricambio cellulare a livello dell’epidermide che nel paziente psoriasico è 5-10 volte superiore rispetto al turn-over normale. In pratica la pelle si secca e si desquama più velocemente del solito soprattutto su gomiti, ginocchia, cuoio capelluto, regione lombo-sacrale, mani e piedi. Queste lesioni spesso non danno alcun fastidio, ma talvolta possono causare dolore o prurito.
Fortunatamente le terapie a disposizione sono dirette a far regredire le lesioni e i sintomi ad esse collegati e la loro scelta dipende dalla severità della patologia e dalle caratteristiche del paziente. Sebbene non esista una cura definitiva, si può tenere sotto controllo con molte strategie terapeutiche. Il trattamento a lungo termine, raccomanda l’Oms, deve essere “cucito su misura sul paziente”.
29/10/2022
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