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"Le malattie del cuore sono la prima causa di morte nelle donne, tuttavia il 60-70% di loro non ha la percezione del rischio cardiovascolare nel genere femminile”. Lo afferma Ciro Indolfi, presidente della Società italiana di cardiologia, secondo il quale grazie a una indagine “che abbiamo effettuato come Sic e alla nostra campagna 'Vivi con il cuore', abbiamo visto che il 60-70% delle donne non ha la percezione del rischio cardiovascolare, nonostante le malattie ischemiche del cuore rappresentino la prima causa di morte nel genere femminile".

"La spiegazione a tutto questo – suggerisce Indolfi - sta nel fatto che le donne sono molto più preoccupate per altre patologie, ad esempio quelle oncologiche. Inoltre, oggi come in passato, le malattie cardiovascolari sono considerate, a torto, appannaggio dell'uomo. A questo va aggiunta una differenza di genere per quanto riguarda la sintomatologia dell'infarto, che nelle donne può presentarsi in modo atipico con dolori addominali, difficoltà nella respirazione e astenia, rispetto ai sintomi classici dell'infarto rappresentati da dolore al torace con irradiazione al braccio sinistro".

Per Indolfi. ci sono due problemi ancora da risolvere: "Il primo – sostiene - è legato alla considerazione che tutti gli studi che portano alla registrazione dei farmaci e dei devices sono effettuati in larga maggioranza sugli uomini. La seconda criticità è che le donne vengono 'sotto-trattate' per quanto riguarda le tecniche interventistiche. Ma anche quando vengono trattate, i risultati ottenuti sono inferiori, perché la causa dell'infarto nella donna può essere legata a fattori diversi (ad esempio la dissecazione coronarica) da quelli dell'uomo (aterosclerosi). Ecco perché, come Società italiana di cardiologia siamo impegnati nella promozione di campagne di informazione e sensibilizzazione per diffondere la consapevolezza che l'infarto è una delle patologie più temibili per la donna".

10/05/2022

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