La digitalizzazione in sanità apre a migliori percorsi di cura personalizzati: dalla prima interazione con la struttura sanitaria alla diagnosi iniziale, dalla presa in carico alla dimissione fino ai successivi percorsi di assistenza e follow up. Alcune regioni ci stanno provando come evidenzia Poli Milano in Puglia, Friuli Venezia Giulia e Campania.
Grazie alle risorse previste dal Pnrr, dovrebbe quindi evolvere il patient journey, il percorso che il cittadino affronta nel relazionarsi con i servizi sanitari attraverso punti di contatto fisici e digitali, valorizzando, grazie alla tecnologia digitale, i punti di interazione, specie con i clinici, e mettendo a valore i dati raccolti da questa interazione.
Sono 3, secondo Paolo Locatelli, Responsabile Scientifico Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità, School of Management del Politecnico di Milano, le sfide da affrontare per implementare il patient journey.
La prima è costruire il percorso personalizzato di connected care centrato sul paziente-cittadino.
La seconda è mettere a valore i dati, che si integrino per rendere effettivamente sostenibile il percorso del paziente. A tale proposito, una rilevazione dell’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano fatta nel 2020 su aziende sanitarie evidenzia che i dati sono frammentati addirittura all’interno delle singole aziende sanitarie. All’interno della stessa ASL quindi, non si parlano tra loro dati amministrativi, clinici, gestionali di processo, epidemiologici, demografici, ambientali, dati raccolti da App wearable. La terza e ultima priorità è raccogliere la voce dei pazienti attraverso questionari strutturati per misurare lo stato di salute percepito (PROMs – Patient Reported Outcome Measures) e la qualità della cura percepita (PREMs – Patient Reported Experience Measures). I dati outcome sono dati clinici che spesso non sono raccolti (63% PROMs e 57% PREMs) e solo in pochissimi casi sono raccolti tramite strumenti digitali (come App wearable): 7% PROMs e 10% PREMs. Eppure qualcosa, a livello regionale, si sta muovendo.
TaLIsMAN in Regione Puglia
Si è evoluto nel tempo, diventando altro, a causa della pandemia, il progetto TALIsMAn (Tecnologie di Assistenza personALizzata per il Miglioramento della quAlità della vitA), realizzato nel 2018 dall’Agenzia Regionale Strategica per la Salute e il Sociale, AReSS, l’organismo a servizio della Regione Puglia nel supportare le politiche in materia sociale e sanitaria. Lo scopo del progetto era personalizzare i Pdta (Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali) aggiungendo il monitoraggio dei dati del paziente e consentendo di effettuare un videoconsulto. È subentrata la pandemia e l’idea iniziale del progetto, che era quella di fornire nella fase sperimentale 100 kit a 100 pazienti che misurassero 16 parametri emodinamici, si è dovuta evolvere nel 2020 in centrale Operativa Regionale di Telemedicina della Regione Puglia: piattaforma di erogazione dei servizi a decorrere dalla fase di accesso, di prenotazione, di presa in carico del paziente, di costruzione del percorso diagnostico, di monitoraggio dei dati, di televisita, teleconsulto, teleassistenza e di messa in rete del team multidisciplinare. In pratica, è diventato uno strumento di ingaggio clinico. Inoltre, con lo scopo di rendere possibile l’interoperabilità delle basi di dati, la centrale Operativa Regionale è stata messa nella possibilità di dialogare con Edotto, il Sistema Informativo Sanitario della Regione Puglia. Un limite è quello del mancato dialogo con i sistemi informativi delle altre regioni.
Patient journey in Friuli-Venezia Giulia
La regione FVG ha già una piattaforma regionale di telemedicina appena acquisita che grazie alle risorse del PNRR sarà implementata con servizi di televisita, telemonitoraggio e telecontrollo. È in evoluzione anche la Cartella Territoriale (implementata due anni fa), strumento di integrazione inter-professionale per la gestione delle cure a domicilio, in grado di rendere disponibili in maniera univoca i dati presenti in tutti i sistemi. Per migliorare il patient journey servono però:
- formazione digitale per colmare il gap tecnologico con attenzione alle fasce più anziane della popolazione e facilitare il cambiamento del ruolo del paziente da passivo ad attivo nel percorso di cura;
- integrazione tra i diversi sistemi informativi: è necessario rendere gli applicativi digitali strumenti efficaci per la diagnosi e la cura grazie alla condivisione dei dati clinici rilevanti tra professionisti e strutture sanitarie sia pubbliche sia private, garantendo così continuità assistenziale sul territorio;
- valorizzazione del rapporto medico-paziente: è importante fornire gli strumenti digitali necessari ad assicurare l’interazione per facilitare l’efficacia delle cure.
La centralizzazione della sanità in Regione Campania
Per So.Re.Sa, ente strumentale della Regione Campania di supporto tecnico all’Assessorato alla Salute e agli Enti del Servizio Sanitario Regionale, la prima sfida è stata dotare la regione di un’Anagrafe unica degli Assistiti. A tale scopo, sono state centralizzate tre anagrafi: dell’assistito, dell’operatore sanitario e della struttura sanitaria sia pubblica sia privata. Alcuni asset delle aziende sanitarie sono stati unificati e centralizzati. Un esempio è il progetto del Centro unico di prenotazione (Cup) regionale. Nel 2018 i 17 Cup delle aziende sanitarie sono stati unificati, lasciando però a ciascuno la piena autonomia nella gestione delle agende e delle priorità. Sono stati standardizzati il linguaggio e tutte le procedure di prenotazione che funzionano allo stesso modo in tutta la regione. L’intera offerta sanitaria, in Campania, passa attraverso il Cup. La piattaforma per la prenotazione delle vaccinazioni per il Covid oggi è stata riconvertita per la diffusione dell’ossigeno liquido in tutta la Campania; è stato realizzato il Portale Salute del Cittadino, strumento unico di accesso ai servizi online messi a disposizione dal Sistema Sanitario Regionale e, in contemporanea, l’App Campania in Salute.
23/03/2023
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