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Ridurre il più possibile gli effetti collaterali cardiaci dei trattamenti oncologici. È l’obiettivo delle linee guida della Società Europea di Cardiologia dedicate alla cardio-oncologia, pubblicate sullo European Heart Journal e presentate in occasione dell’ESC22 di Barcellona.

I trattamenti contro il cancro (chemioterapia, radioterapia, target therapy e immunoterapia) possono favorire lo sviluppo di malattie cardiovascolari, da qui l’idea delle 272 indicazioni redatte con la European Hematology Association (EHA), la European Society for Therapeutic Radiology and Oncology (ESTRO) e l'International Cardio-Oncology Society (IC-OS), affinché i pazienti possano ricevere in sicurezza la loro terapia contro un tumore.

Rivolto agli operatori sanitari che si prendono cura dei pazienti oncologici e di chi è sopravvissuto a un cancro, “il documento - spiega Alexander Lyon del Royal Brompton Hospital di Londra, uno degli autori - fornisce raccomandazioni specifiche sulla gestione prima, durante e dopo la somministrazione di terapie antitumorali che possono causare problemi al cuore o ai vasi sanguigni” con informazioni su definizione, diagnosi, trattamento e prevenzione della tossicità CV correlata alla terapia del cancro e la gestione della malattia cardiovascolare causata direttamente o indirettamente dal cancro.

Nel documento, inoltre, si sottolinea l’importanza che oncologi ed ematologi sappiano quali terapie potrebbero causare problemi cardiaci. Il secondo problema è che specifici trattamenti contro il cancro non creano lo stesso livello di rischio in tutti i pazienti. Pertanto, si consiglia una valutazione CV di base per identificare i pazienti ad alto rischio. Questi ultimi devono essere indirizzati a un cardiologo per un'ulteriore valutazione cardiaca e l'ottimizzazione della salute del cuore e dei fattori di rischio prima di iniziare la terapia.

“Volevamo far passare il concetto che esiste un modo importante di valutare un paziente prima di iniziare la terapia per avere un'idea di quanto rischio di tossicità CV possono avere” il commento di Daniel J.Lenihan, del Saint Francis Medical Center di Cape Girardeau (Usa).

La conservazione e il monitoraggio della salute del cuore durante il trattamento del cancro è una parte fondamentale delle linee guida. I pazienti dovrebbero essere istruiti sui potenziali rischi e su come ridurli come smettere di fumare, fare attività fisica per almeno 150 minuti a settimana, seguire una dieta sana e limitare l'alcol a 100 grammi settimanali.

Possibili sintomi cardiaci come dolore toracico, affanno, palpitazioni devono essere segnalati al team oncologico. Si raccomanda uno stretto controllo dell’ipertensione arteriosa, del diabete e dell’ipercolesterolemia. Si consiglia ad alcuni pazienti di monitorare la pressione arteriosa a domicilio quando si inizia una terapia antitumorale, nota per aumentare la pressione arteriosa stessa. Non solo: la collaborazione cardiologo-oncologo non può non tenere conto di una complicanza comune che è l’indebolimento del muscolo cardiaco, ovvero una disfunzione ventricolare sinistra che può progredire fino a una condizione di insufficienza cardiaca.

Numerosi fattori influenzano la decisione di continuare o interrompere la terapia – ancora Lyon - tra cui l'entità e la gravità del problema cardiaco se il problema si è sviluppato presto o tardi nel piano di gestione del cancro e quante altre dosi di trattamento sono previste, la risposta del cancro al trattamento, le opzioni per la cardioprotezione e il beneficio previsto, la gamma di trattamenti alternativi per il cancro non cardiotossici disponibili e le preferenze e le preoccupazioni del paziente”.

Il principale pilastro delle linee guida riguarda l’integrazione della cardio-oncologia; i fornitori di cure in cardio-oncologia devono avere conoscenza dell'ampio ambito della cardiologia, dell'oncologia e dell'ematologia; la comunicazione tra diversi operatori sanitari è fondamentale per ottimizzare la cura dei pazienti con cancro e malattia cardiovascolare. In questo modo – evidenzia il documento - i programmi cardio-oncologici facilitano il trattamento del cancro riducendo al minimo le interruzioni non necessarie della terapia del cancro e CTR-CVT attraverso l'intero continuum della cura del cancro.

Non mancano comunque nodi ancora irrisolti che l’ESC indica come linee di indirizzo prioritarie per la ricerca clinica, tra le quali: la realizzazione di reti di assistenza cardio-oncologica per migliorare la gestione dei pazienti con cancro; favorire il coinvolgimento di pazienti affetti da cancro nella propria cura della salute cardiovascolare attraverso strumenti digitali; sviluppo di strumenti di previsione del rischio di tossicità cardiovascolare che includano fattori di rischio correlati al trattamento e al paziente; disponibilità di più dati sulle nuove tecnologie (biomarcatori, ecocardiografia avanzata, risonanza magnetica cardiaca, etc.) e sui profili genetici per la rilevazione della tossicità precoce della CV. E ancora: sviluppo di programmi ottimali di follow-up cardiovascolari post-trattamento cancro; definizione delle migliori strategie di screening per la coronaropatia indotta da radioterapia; ulteriori ricerche sulle strategie di prevenzione cardiovascolare a lungo termine per i sopravvissuti al cancro.

30/11/2022

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