It looks like you are using an older version of Internet Explorer which is not supported. We advise that you update your browser to the latest version of Microsoft Edge, or consider using other browsers such as Chrome, Firefox or Safari.

Forti solo in apparenza perché la guerra, a poche ore di volo da casa, ha influenzato profondamente la vita dei giovani. "Abbiamo una 'next generation' che cresce ancora di più in questa sensazione di instabilità e imprevedibilità. È qualcosa che già si sta trasmettendo di generazione in generazione", in maniera diversa rispetto al passato. "Le generazioni che ci hanno preceduto hanno avuto un lungo periodo almeno non di guerra in casa. Insomma, non si viveva con le lancette a 90 secondi dall'apocalisse. Nell'arco di pochi anni c'è stato un risveglio. E proprio il mese di febbraio ha concentrato gli accadimenti più drammatici di questi ultimi anni", la pandemia, la guerra in Ucraina. "Dobbiamo fare i conti con un qualcosa che si è innescato. La coda della pandemia, la minaccia nucleare, il cambiamento climatico sono sotto gli occhi di tutti". Queste le parole di Claudio Mencacci, direttore emerito di Psichiatria all'ospedale Fatebenefratelli di Milano e co-presidente della Società italiana di neuro-psico-farmacologia (Sinpf), che parla di "emergenza emozionale".

"L'impatto è sul futuro - chiarisce all'Adnkronos Salute - Ed è quello che stiamo osservando. Da dopo il 2010, non solo negli ultimissimi anni, stiamo valutando una crescita progressiva di sintomatologia depressiva tra i giovani, si arriva ad avere sempre più una visione di un futuro con grandissima insicurezza. Ci sono alcune indagini che danno al 70% la quota degli adolescenti che hanno paura del futuro e vivono con insicurezza, che si aggiunge alla paura che c’è già nell’adolescente di scegliere il futuro. Oggi abbiamo una vulnerabilità sempre più ampia in questa fascia d’età che va dai 12 ai 17-18 anni, con manifestazioni che vanno dall’autolesionismo ai disturbi alimentari".

Talvolta poi si incrina quel "rapporto fondamentale con la scuola" e questa "non funziona più da trasportatore nella vita adulta, magari viene anche abbandonata. Ci sono tanti segnali di questa emergenza emozionale". Un'emergenza emozionale a cui la guerra fa da amplificatore. "Credo che ciascuno di noi sia rimasto orripilato dalle immagini che vediamo costantemente della guerra - riflette Mencacci - Il tema più grosso è che non ci si anestetizzi, che non si prendano le distanze emotive da quello che accade a poche ore di volo da noi".

25/02/2023

Curated Tags

Stai lasciando l'area PAG

Ora sarai reindirizzato su un contenuto dell'area pubblica