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l futuro della medicina passa anche attraverso la terapia con radioligandi (RLT, radioligand therapy) che sta reinventando la cura del cancro nei pazienti con tumori in fase avanzata. La RLT è l’approccio più innovativo della medicina di precisione in ambito medico nucleare, in grado di riconoscere selettivamente le cellule cancerogene ed eliminarle, senza danneggiare le cellule sane. Rimanendo in ambito oncologico, si affiancano ad essa altri strumenti innovativi come la terapia cellulare, la terapia genica e l’immunologia.

Come funziona

Questo approccio è capace di combinare diagnosi e terapia, sfruttando la differente capacità emittente dei radioisotopi coinvolti.

In taluni casi essa si esplicita tramite un imaging che consente di visualizzare le sedi di malattia e, in altri, di irradiare specificatamente le cellule bersaglio. Da qui il termine di teragnostica.

I radiofarmaci a scopo terapeutico sono costituiti principalmente da 3 componenti: il radioisotopo a scopo terapeutico, la molecola cosiddetta “carrier” o ligando che è in grado di legarsi specificamente alle cellule neoplastiche con elevata affinità e infine il chelante che unisce le 2 componenti sopra menzionate. I radioisotopi terapeutici vengono prodotti in speciali reattori nucleari o generatori, per poi essere marcati al ligando, in appropriati centri di produzione. Il prodotto finito viene frazionato in fiale, sottoposto a test di qualità, inserito in speciali contenitori schermati di piombo e spedito direttamente all'ospedale o alla clinica come terapia pronta per l'uso. L'attività del radioisotopo diminuisce in un periodo di tempo specifico, richiedendo quindi consegna e somministrazione tempestive al paziente e, per questo, il trattamento è spesso prodotto in dosi singole.

Presente e futuro della terapia con RLT

Uno degli aspetti affascinanti della terapia con radioligandi è la possibilità di combinare le molecole carrier con i differenti radioisotopi generando combinazioni ad alta specificità per le diverse neoplasie.

Pur sfruttando i processi biochimici, la concentrazione di molecole vettore introdotte nell’organismo non genera effetti farmacologici significativi e il principio attivo, costituito dal radioisotopo, esplica la sua azione sulle sole cellule target. Questo è importante per il profilo di sicurezza e tollerabilità relativo al trattamento.

L’applicazione clinica della RLT che sta riscuotendo particolare interesse riguarda le neoplasie neuroendocrine (NET). Attualmente è approvata per i tumori neuroendocrini gastro-entero-pancreatici (GEP-NET). Questi tumori, quando ben differenziati, esprimono sulla superficie delle loro membrane cellulare i recettori per la somatostatina. I loro corrispettivi analoghi, prodotti chimicamente possono essere marcati con un radioisotopo – Gallio per le finalità diagnostiche e con il Lutezio per scopo terapeutico – aventi alta affinità.

I risultati fin qui ottenuti sono molto interessanti. La RLT si è dimostrata efficace nel limitare la progressione di malattia con elevatissima riduzione del rischio.

La ricerca nel campo della RLT è molto attiva, sia per ampliare le applicazioni terapeutiche dei radiofarmaci già disponibili, sia per validarne di nuove. Basti pensare, ad esempio, alle opportunità offerte nell’ambito del trattamento del tumore della prostata, in particolare nei pazienti con carcinoma prostatico metastatico progressivo, resistente alla castrazione. I risultati di recenti sperimentazioni cliniche hanno mostrato sia una riduzione del rischio di morte, sia una riduzione statisticamente significativa del rischio di progressione radiografica (rPfs) della malattia, rispetto al solo Bsoc (miglior standard di cura). Circa un terzo dei pazienti con malattia valutabile al basale ha dimostrato una risposta obiettiva, rispetto al 2% nel braccio di controllo, con solo Bsoc, aprendo nuove prospettive in termini di cura per un tumore e non solo.

Riorganizzazione dei centri

La maggiore appropriatezza ed efficacia della RLT necessita di discussioni multidisciplinari che coinvolgano team di esperti nei quali lo specialista in Medicina nucleare ha un ruolo importante, sia nella diagnosi e caratterizzare della malattia, sia nella successiva gestione terapeutica. Una gestione che prevede un sistema capace di rispondere ai requisiti di legge in tema di radioprotezione, ma capace anche di rispondere alle nuove opportunità di cura in diversi ambiti terapeutici.

08/02/2023

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