“Tra le malattie cardiovascolari, lo scompenso cardiaco, prima causa di morte nel mondo, rappresenta una vera e propria epidemia. I numeri sono in costante aumento e preoccupano. A soffrirne in Italia sono circa 600mila persone e si stima che la sua prevalenza raddoppi a ogni decade di età, dopo i 65 anni arriva al 10% circa”. Così Massimo Grimaldi, direttore della Unità operativa complessa di Cardiologia e direttore del Dipartimento medico dell’ospedale regionale Miulli di Acquaviva delle Fonti (Bari) presidente eletto dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri in occasione del 54esimo congresso Anmco. “Tra le principali cause dello scompenso vi è la cardiopatia ischemica – spiega Grimaldi - Uno dei principali fattori di rischio della cardiopatia ischemica è l’ipercolesterolemia e, in particolare, elevati livelli di colesterolo Ldl, detto ‘cattivo’, poiché si può depositare nelle pareti delle arterie. Per noi di Anmco la metodologia vincente, comune ormai in tutti i Paesi europei, è quella del ‘più basso è, meglio è’ dovendo comunque raggiungere dei livelli molto ben definiti da rigorosi studi”.
Tra i farmaci “ipocolesterolemizzanti – prosegue l’esperto - abbiamo oggi un ampio ventaglio di scelte terapeutiche. Un’altra buona notizia per i pazienti affetti da scompenso arriva sul fronte delle cure farmacologiche”. Ci sono nuove molecole che stanno dimostrando un’enorme efficacia per il trattamento dello scompenso cardiaco: la somministrazione, dopo la prima diagnosi, di una terapia ottimale può migliorare la qualità della vita e soprattutto può allungarne l’aspettativa anche di anni.
Tuttavia, ”noi cardiologi ospedalieri, oltre allo scompenso, siamo chiamati ad affrontare molteplici sfide, dall’infarto miocardico acuto alle aritmie. Tra queste la più frequente è la fibrillazione atriale ma le più temute sono quelle ventricolari che, in rari casi, possono portare a morte improvvisa. Per questo motivo allo scompenso cardiaco, alla cardiopatia ischemica, alla prevenzione e alle morti improvvise abbiamo dedicato diversi approfondimenti durante il nostro congresso annuale".
"Più difficile è individuare i soggetti a rischio di morte improvvisa e prevenirne l’insorgenza – ammette Grimaldi -. Le cause possono essere su base ischemica (ostruzione coronarica), di tipo infettivo (miocarditi) o genetiche che colpiscono il sistema elettrico del cuore. Il muscolo cardiaco può improvvisamente andare incontro a contrazioni rapidissime provocate da un corto-circuito del sistema elettrico del cuore”. Fortunatamente è un "fenomeno limitato che riguarda 1 caso su 1.000 persone, ma spesso drammatico perché può colpire anche soggetti giovani che praticano sport", conclude.
21/05/2023
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