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Le condizioni muscolari dei pazienti con sclerosi multipla migliorano con l'applicazione di un dispositivo nanotecnologico che emette lunghezze d’onda di luce terapeutica, combinata a un programma di esercizi di riabilitazione domiciliare. Sono i risultati di uno studio condotto su pazienti affetti da sclerosi multipla in vario stadio, durante il periodo di lockdown, pubblicato sul 'The European Journal of Translational Myology'. La ricerca, indicizzata su PubMed, banca dati mondiali sulla ricerca scientifica, è stata eseguita e coordinata da un Team multidisciplinare del Laboratorio di Posturologia e Biomeccanica, Dipartimento delle Scienze Psicologiche, Pedagogiche, dell’Esercizio fisico e della Formazione dell'Università di Palermo, coordinato da Angelo Iovane.

Lo studio - riferisce una nota - è stato condotto in un momento storico che ha reso ancora più problematica la condizione dei pazienti affetti da sclerosi multipla, a causa della difficoltà di accedere alle consuete sedute di riabilitazione, ridotte a causa dell'emergenza Covid-19 e dalla paura di uscire di casa. La riabilitazione per questi pazienti - si ricorda - ha un ruolo fondamentale per prevenire il peggioramento di tutte le problematiche motorie e limitare la sedentarietà. Così, ai pazienti sono stati somministrati degli esercizi domiciliari in modo che non dovessero incorrere a dei rischi uscendo di casa, uniti all'applicazione di due dispositivi nanotecnologici posizionati in 2 punti specifici del corpo.

Sono stati 17 i pazienti coinvolti nella ricerca, divisi in due gruppi. Al primo gruppo è stata somministrata una serie di esercizi da praticare a domicilio e a un secondo gruppo sono stati somministrati, oltre al protocollo di esercizi domiciliari, anche l'applicazione della tecnologia di un dispositivo dall'aspetto di un microchip che si fissa al corpo con un cerotto e si indossa continuativamente. Agisce sull’efficienza neuro-muscolare facilitando la comunicazione tra il sistema nervoso e i muscoli. Dalle analisi è stato riscontrato un aumento della forza muscolare su entrambi gli arti dei pazienti con terapia combinata e non solo sulla parte dominante, come è avvenuto nei pazienti che effettuavano solo esercizi domiciliari.

“Il vantaggio - commenta Giuseppe Messina, coordinatore delle unità di ricerca dell'Università di Palermo - è quello di aver dimostrato che un dispositivo tecnologico, unito ad un protocollo di esercizi domiciliari, ha contribuito a migliorare la forza muscolare dei pazienti, permettendo loro di continuare a mantenere e migliorare i loro risultati al di là della chiusura dei centri di riabilitazione causata dalla pandemia. Con il dispositivo c'è stato anche il vantaggio del suo funzionamento 24 ore su 24, diventando quindi un supporto costante nella terapia, nonché facile da utilizzare e privo di ogni controindicazione. Oggi - afferma - le ricerche stanno proseguendo con successo, i risultati che stiamo continuando ad avere ci stanno confermando l'efficacia del dispositivo e i benefici che i pazienti stanno ottenendo".

Il paziente con sclerosi multipla perde mobilità, forza muscolare e capacità di movimento nel tempo e, parlando di una malattia cronico-degenerativa, è difficile limitarne la progressione. A studiare il protocollo riabilitativo domiciliare dedicato ai pazienti è stato Diego Genua del centro riabilitativo Vitality di Vita (Trapani), unità di ricerca del Laboratorio di Posturologia e Biomeccanica dell’Università di Palermo. "I risultati sono stati sicuramente soddisfacenti - afferma - perché hanno evidenziato l'efficacia di questa terapia combinata nel miglioramento della forza muscolare degli arti superiori, evento molto raro quando si parla di sclerosi multipla. Questo studio apre molte porte nel trattamento terapeutico di questo tipo di pazienti".

08/10/2021

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