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"Telemedicina, self help diagnostico, ma soprattutto potenziamento degli studi professionali" nel futuro della pediatria di famiglia. "Affinché nei prossimi anni il Servizio sanitario nazionale sia sempre più efficiente, avremo bisogno di specializzandi in pediatria che acquisiscano competenze di medicina territoriale. Noi apriamo le porte dei nostri studi, l’Università consenta loro di avere una formazione specifica". Si è espresso così il presidente della Fimp (Federazione italiana medici pediatri), Antonio D’Avino, al convegno “Serve ancora la pediatria di famiglia? La pediatria, fra prossimità di cura e riforme di sistema”, alla 43esima edizione del Meeting di Rimini, dove ha incontrato e ringraziato il ministro della Salute Roberto Speranza per l’attenzione rivolta alle cure primarie.

"La pediatria di libera scelta - chiarisce D’Avino - condivide con la medicina generale la forma contrattuale convenzionale, alle cui fondamenta ci sono il rapporto di fiducia che ci lega alle famiglie, non negoziabile né sostituibile con forme di dipendenza diretta, e la presenza capillare dei nostri studi professionali". Consapevoli delle esigenze delle famiglie, i pediatri condividono "la richiesta di effettuare tutta la profilassi prevista dal Piano nazionale prevenzione vaccinale nei nostri studi, laddove possibile facendole coincidere con i bilanci di salute. La riorganizzazione dell’area delle cure pediatriche territoriali dovrà tener conto di tali istanze nel prossimo Accordo collettivo nazionale. Nel frattempo, occorre immaginare un modello di riforma che vada incontro ai bisogni assistenziali dei destinatari delle cure di prima linea. Per realizzarlo, servono però le risorse e purtroppo il livello di finanziamento previsto dal Decreto ministeriale 77, sia per il Fondo Sanitario Nazionale che per i diversi fondi sociali, è assolutamente inadeguato".

Non solo. “Lo stress test straordinario del Covid – sottolinea D’Avino – ha evidenziato luci e ombre del Ssn. Dobbiamo ora portare a compimento quel concetto di medicina di prossimità, previsto anche dall’Azione 6 del Pnrr, del quale il Dm77 rappresenta l’aspetto applicativo. Il principale ostacolo a qualsiasi ipotesi di riforma è però la mancanza, nei prossimi due/tre anni, di specialisti in pediatria - avverte - per il turn-over generazionale e l’area pediatrica rappresenta un ambito in cui tale carenza è particolarmente evidente. Il nuovo pediatra che sceglierà le cure territoriali, dovrà avere un’adeguata e specifica formazione, sia da un punto di vista organizzativo che scientifico”.

“Occorrono misure straordinarie e lungimiranti – conclude D’Avino – per il futuro del Paese. Ai bambini, cittadini di domani, la nostra Costituzione garantisce pari diritti e opportunità rispetto alla popolazione adulta. In un tempo di emergenze, dal Covid alle altre epidemie dimenticate come le malattie croniche non trasmissibili (diabete e obesità tra tutte), dai cambiamenti climatici alle guerre alle crisi economiche, niente come la pediatria di famiglia sembra centrale per offrire una Sanità universale, solidale ed equa".

22/08/2022

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