Soltanto la metà dei pazienti si attiene alle prescrizioni effettuate dal medico per la prevenzione di infarto e ictus e, dopo un attacco di cuore, un terzo degli infartuati disattende le cure. La conseguenza è che in Europa quasi un evento cardiovascolare su 10 (9%) è correlato a una bassa aderenza terapeutica. A porre l’attenzione sul problema è un documento di consenso che l'Associazione europea di cardiologia preventiva (Eapc) indirizza agli operatori sanitari, fornendo loro consigli utili a coinvolgere più attivamente gli assistiti nel raggiungimento degli obiettivi di salute. Il primo firmatario è Roberto Pedretti, direttore del Dipartimento Cardiovascolare del gruppo MultiMedica che - in occasione del 29 settembre, Giornata mondiale del cuore - riattiva il CardioPoint Corner presso l'Irccs di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, dove i cittadini possono ricevere gratis e senza appuntamento una valutazione del proprio rischio cardiovascolare.
"Come diceva il chirurgo statunitense Everett Koop, consigliere del presidente Reagan dal 1982 al 1989, 'Drugs don't work in patients who don't take them': i farmaci non funzionano nei pazienti che non li prendono", afferma Pedretti, presidente della sezione Prevenzione secondaria e Riabilitazione dell'Eapc e componente del board dell'associazione. "Sembra banale, ma non lo è affatto - chiarisce - se si pensa che i principali fattori di rischio delle malattie cardiovascolari, gestibili efficacemente con i farmaci e con un corretto stile di vita, sono spesso fuori controllo. Nei pazienti affetti da malattia coronarica, per esempio, a 6 mesi dalla dimissione ospedaliera il 42% presenta ancora una pressione arteriosa non controllata, il 71% ha il colesterolo troppo alto e quasi il 30% ha un diabete non sufficientemente controllato. La scarsa aderenza alle terapie e il mancato raggiungimento degli obiettivi di cura hanno conseguenze da non sottovalutare: secondo un recente studio condotto su oltre 85mila pazienti lombardi ricoverati nei nostri ospedali per sindrome coronarica acuta, a 5 anni dalla dimissione il 37% ha avuto un secondo ricovero per patologie cardiovascolari e l'11% è deceduto".
"Partendo da questa situazione - prosegue lo specialista - insieme a colleghi di tutti i Paesi europei, mediante un approfondito studio della letteratura scientifica, abbiamo ritenuto opportuno stilare una serie di indicazioni pratiche e semplici per aiutare gli operatori sanitari a invertire la tendenza. Primo fra tutti", spiega Pedretti, meglio "evitare il sovraccarico informativo al paziente: la comunicazione deve essere semplice, di qualità, il più possibile demedicalizzata e andare al sodo. Occorre usare tutti i mezzi possibili per far sì che il paziente abbia una reale comprensione del suo livello di rischio, ad esempio attraverso mappe che mostrano se ci si trova in una 'zona rossa' e come ci si può 'mettere in salvo', aderendo alle terapie e ai corretti stili di vita. Il paziente deve capire che solo lui può compiere questo cambiamento: la vera partita contro la malattia si gioca dopo un eventuale ricovero in ospedale, nella vita di tutti i giorni, con l'impegno e la costanza nel seguire le cure. I medici, dal canto loro, devono essere i primi a non cedere all'inerzia: non devono rassegnarsi al mancato raggiungimento dei target terapeutici, rivalutando periodicamente la cura e modificandola se necessario, sempre coinvolgendo attivamente i pazienti".
Il processo di consapevolezza ed empowerment dei pazienti verso la loro salute diventa sempre più importante non solo in caso di malattia, ma anche prima che le patologie facciano sentire i loro effetti, evidenziano gli esperti. Proprio per sensibilizzare i cittadini, all'Irccs MultiMedica di Sesto San Giovanni è di nuovo operativo il CardioPoint Corner: un ambulatorio dove, con la consulenza di diversi specialisti - spiega una nota - è possibile ricevere informazioni sul proprio rischio cardiovascolare ed eventuali indicazioni terapeutiche. Con accesso libero il lunedì, il mercoledì e il venerdì, dalle 9 alle 12, il corner permette di eseguire valutazioni gratuite di pressione, glicemia e colesterolo, tra i principali fattori di rischio modificabili, insieme allo stile di vita, delle patologie cardiovascolari.
"Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nei Paesi occidentali e hanno una progressione che può essere del tutto asintomatica per lunghi periodi, tanto che a volte vengono scoperte quando sono già a uno stadio avanzato", rimarca Alberico Catapano, direttore del Centro Dislipidemia della struttura sestese, docente ordinario di Farmacologia all'Università degli Studi di Milano e responsabile del CardioPoint Corner MultiMedica. "Per questo è importante giocare d'anticipo: non solo adottare quelle sane abitudini che permettono di prevenire il problema (alimentazione, attività fisica, astensione dal fumo), ma anche eseguire screening periodici - raccomanda - al fine di individuare precocemente parametri sui quali si può intervenire, per ridurre o eliminare le possibilità di ammalarsi".
27/09/2022
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