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Sono numerosi gli studi che evidenziano come l’allattamento al seno riduca il rischio di infezioni virali e batteriche nella prima infanzia. Il latte materno, pur avendo i nutrienti necessari per la crescita dei bambini nei primi 2 anni di vita, non contiene di per sé vitamina D, importante per il metabolismo del calcio e la salute ossea ma anche per l’immunità.

A partire da questo presupposto è stata realizzata una review Exclusive Breastfeeding and Vitamin D Supplementation: A Positive Synergistic Effect on Prevention of Childhood Infections? pubblicata su International Journal of Environmental Research and Public Health con l’obiettivo di verificare l’effetto sinergico, non ancora dimostrato, dell’allattamento al seno con la supplementazione con vitamina D per ridurre il rischio di infezioni pediatriche.

Allattamento al seno e infezioni respiratorie

Presi nel complesso, i risultati suggeriscono che l’allattamento al seno è in grado di assicurare una lieve protezione contro le infezioni anche dopo i primi 6-12 mesi di vita. Il ruolo protettivo dell’allattamento al seno contro le bronchioliti si è dimostrato particolarmente rilevante durante la prima ondata pandemica di Covid-19. Nello specifico, alcune stime hanno riportato una forte riduzione delle ospedalizzazioni per bronchioliti associate a virus respiratorio sinciziale, in concomitanza con l’incidenza di infezioni da Sars-Cov2. Sfortunatamente, questa riduzione osservata è stata transitoria, con una successiva crescita di casi durante la stagione autunnale-invernale 2021-2022. Allo stesso tempo, però, dallo studio è emerso che un periodo di allattamento materno più lungo era in grado di conferire una lieve protezione contro le infezioni respiratorie virali, a suggerire che il ruolo protettivo dell’allattamento al seno aumenta con la sua durata.

Allattamento al seno e infezioni gastrointestinali

L’allattamento al seno è risultato significativamente associato a una ridotta incidenza/rischio di gastroenteriti acute. Una metanalisi di 18 studi ha dimostrato che il mancato allattamento materno è associato a un aumento del rischio di mortalità per diarrea rispetto all’allattamento al seno esclusivo di bambini di età non superiore ai 5 mesi e rispetto all’allattamento materno non esclusivo di bambini di età compresa tra i 6 e i 23 mesi. Inoltre, una metanalisi di 6 studi (3.466 bambini) ha dimostrato che l’allattamento esclusivo al seno riduce in modo significativo il rischio di infezioni da Rotavirus nei bambini di età inferiore ai 2 anni.

Supplementazione vitamina D durante l’infanzia

Gli autori chiariscono che il termine vitamina D, utilizzato comunemente, indica in realtà le due forme differenti che sono presenti in natura: la vitamina D2 (ergocalciferolo) proveniente dalle piante e la vitamina D3 (colecalciferolo), proveniente da fonti animali, che viene prodotta nell’uomo con la fotoattivazione a livello cutaneo per l’esposizione al sole (raggi UVB). La maggior parte della vitamina D (90%) deriva dall’esposizione al sole: è praticamente trascurabile a quota proveniente dall’alimentazione (eccezion fatta per i cibi fortificati) (23,24).

La supplementazione di vitamina D è essenziale per garantire livelli vitaminici adeguati durante il primo anno di vita, in quanto i neonati e i bambini al di sotto dei 2 anni di età dovrebbero essere poco esposti alla luce solare, ma anche perché il latte materno contiene quantità insufficienti di questa vitamina.

Vitamina D e infezioni

Numerose metanalisi confermato un ruolo protettivo della supplementazione vitaminica D soprattutto contro le infezioni respiratorie: i benefici maggiori, in particolare, sono stati documentati nei soggetti con asma, nei bambini e negli adolescenti. Una consensus italiana inter-societaria sulla prevenzione delle infezioni respiratorie ricorrenti ha mostrato che livelli ridotti di vitamina D sono associati a un aumento di incidenza di infezioni respiratorie virali nei primi anni di vita. Pur avendo scarse evidenze, il documento suggerisce che le popolazioni con tenore di vita più ridotto e deficit severo di vitamina D, nonché i bambini con otiti acute ricorrenti, potrebbero trarre beneficio dall’intervento di supplementazione vitaminica.

Considerazioni conclusive

Allo stato attuale, le metanalisi e gli studi disponibili non consentono di trarre informazioni su un possibile effetto sinergico della supplementazione di vitamina D e dell’allattamento al seno sulla prevenzione delle infezioni pediatriche. Tuttavia, gli autori della review affermano che la promozione dell’allattamento al seno può essere considerata la strategia di prevenzione primaria più semplice, più economica e più sicura per ridurre il rischio di contrarre malattie infettive nel corso dell’infanzia. L’effetto protettivo del latte materno è presente infatti a partire dai primi giorni di vita, indipendentemente dall’età gestazionale, dalla tipologia di parto e dal peso alla nascita. Anche se moltissimi studi dimostrano che la protezione dal latte materno è limitata ai primi 6-12 mesi di vita, alcuni autori hanno documentato la persistenza del beneficio fino alla prima età scolastica. Sull’esistenza di un’associazione significativa tra lo stato vitaminico D e la severità o l’incidenza delle varie malattie infettive dell’infanzia, in particolare del tratto respiratorio, i ricercatori sottolineano che, in base alle evidenze disponibili, non vada raccomandata la supplementazione vitaminica D a tutti allo scopo esclusivo di prevenire le malattie infettive, compresa la Covid-19. Pertanto, gli autori della review suggeriscono ai pediatri di controllare e, nel caso, proporre, la supplementazione con vitamina D a tutti i bambini a rischio, particolarmente durante la stagione fredda, per prevenire l’ipovitaminosi D severa.

01/06/2022

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