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L’adozione di adeguate misure di prevenzione è fondamentale per limitare il rischio di sviluppo del melanoma. Tra queste, una costante attenzione ai tempi e ai modi dell’esposizione solare, non solo durante il periodo estivo. Abbiamo parlato di questo argomento con la Professoressa Maria Concetta Fargnoli, Direttore UOC Dermatologia Generale ed Oncologica presso ASL 1 Abruzzo e Professore Ordinario di Dermatologia e Venereologia presso l’Università degli Studi dell’Aquila.

Il melanoma: l’importanza della prevenzione.

Il melanoma è un tumore maligno che si sviluppa a partire dai melanociti, le cellule che producono la melanina, presenti nello strato basale dell’epidermide. A livello morfologico, questa neoplasia risulta essere molto variabile e, spiega Fargnoli, “si manifesta più frequentemente sul dorso nel sesso maschile ed a livello degli arti inferiori nel sesso femminile”. Riguardo ai tassi di incidenza in Italia, al momento “sono pari a 11-12 nuovi casi all’anno su 100.000 persone, riporta Fargnoli. Il melanoma si manifesta prevalentemente tra i 40 ed i 50 anni nella popolazione femminile e tra i 50 e i 60 anni in quella maschile”.

La mortalità per melanoma è correlata in ogni Stato al livello di diffusione di campagne di prevenzione e di screening, perché permettono di intercettare la malattia in uno stadio precoce, offrendo la possibilità di una maggiore efficacia di intervento e cura. Da questo punto di vista, Fargnoli sottolinea che “nell’ultimo decennio, in Italia è stata registrata una lieve diminuzione del tasso di mortalità nel sesso maschile e una sostanziale stazionarietà in quello femminile, con valori intorno a 2-3/100.000/anno”.

Il post estate e i danni del sole

Fra i fattori che aumentano il rischio di sviluppare il melanoma, è ormai chiaro l’importante ruolo che ricopre l’esposizione ai raggi solari, come testimoniano i dati epidemiologici connessi a questi diversi aspetti:

  • area geografica: aumento dell’incidenza al diminuire della latitudine;
  • caratteristiche fenotipiche dei pazienti: rischio aumentato negli individui di pelle chiara e fototipi specifici;
  • sede di insorgenza: aumento del rischio nelle regioni corporee più esposte al sole.

I danni determinati dalle radiazioni ultraviolette possono essere diversi e dipendono dal tipo di radiazioni:

  • radiazioni UVB, con lunghezza d’onda di 280-320 nm, si limitano a raggiungere lo strato basale dell'epidermide e causano le cosiddette "scottature" tipiche dell’estate;
  • radiazioni UVA, con lunghezza d’onda di 320-400 nm, penetrano più in profondità nel derma, contribuendo al fotoinvecchiamento.

Un altro elemento conclamato di rischio è rappresentato dalle lampade o lettini solari, che per questo motivo sono stati classificate dallo IARC (International Agency for Research on Cancer) come agenti carcinogeni di gruppo 1 e quindi vietati sotto i 18 anni.

Come effettuare la prevenzione

Il controllo delle lesioni pigmentate è una pratica fondamentale, che può essere gestita anche grazie all’autoesame della cute. Ma quali sono le tempistiche e le modalità migliori da adottare? Secondo Fargnoli, “l’autoesame ha un ruolo fondamentale nella prevenzione del melanoma e va svolto in maniera metodica e costante, sia prima che dopo l’estate. Mensilmente o ogni due mesi il paziente dovrebbe ispezionare tutta la sua superficie corporea, potendo anche avvalersi di un supporto fotografico, per individuare l’eventuale insorgenza di nuove lesioni o cambiamenti di quelle pre-esistenti, seguita tempestivamente da una visita specialistica”.

Durante l’autoesame, è importante saper identificare il segnale del cosiddetto “brutto anatroccolo”, un neo con caratteristiche diverse da tutti gli altri, e attenersi alla regola dell’ABCDE (Asimmetria, Bordi irregolari, Colore disomogeneo, Dimensioni > 6 mm, Evoluzione) per individuare le lesioni da monitorare con molta attenzione, con particolare riferimento a quelle che cambiano rapidamente.

Non appena si scopre qualche anomalia, bisogna rivolgersi subito a un dermatologo. Le regolari visite di controllo sono fondamentali per tutti, ma vanno effettuate “possibilmente prima della stagione estiva, soprattutto negli individui di carnagione più scura - indica Fargnoli - nei quali le lesioni cutanee possono subire dei cambiamenti, spesso transitori, con l’esposizione solare”. Questa indicazione è spiegata dal fatto che nei pazienti con carnagione più scura, a differenza di quelli con pelle chiara, i nei sono più scuri e l'abbronzatura tende a essere più forte e, quindi, a impedire una chiara visione della struttura dei nei attraverso la dermatoscopia, perché diventano tutti neri e possono sembrare più pericolosi di quanto effettivamente siano.

Screening dermatologico: strumento salvavita anche per i giovani

La possibilità che il melanoma sviluppi metastasi, invadendo altri organi del corpo, è direttamente correlata al suo spessore; prima si riesce a intervenire, migliori sono le possibilità di cura e guarigione, in caso di assenza di metastasi.

Lo screening dermatologico assume, quindi, il valore di una pratica salvavita. Fargnoli avverte che “la visita dermatologica è raccomandata non solo agli adulti ma anche ai giovani a partire dalla pubertà (13-14 anni). Tutti dovrebbero sottoporsi a controlli regolari con cadenza annuale - ricorda Fargnoli - ma in presenza di fattori di rischio, la frequenza del follow-up deve essere ridotta. Lo specialista, oltre alla visita clinica, si avvale di tecniche diagnostiche non invasive quali la dermatoscopia, in cui attraverso uno strumento munito di luce e di lente è possibile vedere strutture non percepibili ad occhio nudo, aumentando considerevolmente la capacità diagnostica”.

I consigli della dermatologa per proteggere la pelle

Per salvaguardare il più possibile la salute della pelle, i comportamenti da adottare comprendono:

  • l’esposizione controllata al sole, già dall’infanzia;
  • evitare l’esposizione al sole nelle ore centrali della giornata;
  • utilizzare indumenti fotoprotettivi, come cappello, occhiali, magliette;
  • utilizzare creme solari ad alta protezione (SPF 50), che contengano filtri anti-UVB e anti-UVA;
  • evitare il ricorso a lampade/lettini solari.

Le persone a rischio devono essere particolarmente attente a svolgere controlli dermatologici in maniera regolare. In questa categoria rientrano, come precisa Fargnoli, individui “con storia familiare o personale di melanoma, quelli con carnagione, occhi e capelli chiari, coloro che presentano un elevato numero di nevi, che hanno o hanno avuto un’esposizione solare o a sorgenti artificiali non corretta o che fanno terapie oncologiche ed immunosoppressive”.

Alla luce di queste evidenze, risulta veramente essenziale prendersi cura della propria pelle e non rimandare le visite.

Per ulteriori informazioni: https://www.alleatiperlasalute.it/oncologia/melanoma/oltre-la-pelle

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