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Dalle discipline "body-mind", tra cui lo yoga, il tai chi, la mindfullness alle "terapie complementari", cioè agopuntura, shiatsu, riflessologia, passando per la musicoterapia e la nutrizione personalizzata fino ad arrivare alle consulenze psicologiche e all’utilizzo di integratori naturali. Le cosiddette ‘terapie integrate’ in oncologia possono essere di grande aiuto per le donne in cura contro un tumore al seno perché rendono i trattamenti più sopportabili, favorendo così l'aderenza terapeutica.

Tali tecniche - assicurano gli esperti - riducono ansia e stress, depressione e disturbi dell’umore, rilassano e migliorano la qualità di vita considerato che diminuiscono la nausea e il vomito indotti dalla chemioterapia.

Tuttavia, nel nostro Paese meno di una donna con carcinoma mammario su due ricorre alla combinazione di cure mediche standard con trattamenti complementari, perché non ne sono a conoscenza. La conferma arriva da una ricerca condotta dalla Rete Oncologica Pazienti Italia – ROPI su un campione di 200 pazienti, nel periodo compreso tra ottobre e dicembre 2022. Secondo l’indagine il 54% delle donne con tumore al seno non ha utilizzato una o più terapie integrate soprattutto perché nessuno gliene ha parlato (c’è scarsa informazione anche tra i medici) o perché non c'è disponibilità nella struttura in cui è in cura perché semplicemente non prevede al suo interno servizi e consulenze mirate a tale scopo. Solo il 46% delle intervistate ha utilizzato una o più terapie integrate, di queste donne il 74% ne ha avuto accesso al di fuori del Servizio sanitario nazionale e ne ha usufruito per gestire meglio gli effetti collaterali, sia fisici che psicologici, delle terapie e della malattia.

“Le terapie integrate in oncologia consistono nella combinazione di cure mediche standard con trattamenti complementari, al fine di migliorare la tolleranza alle terapie antitumorali e nella promozione di stili di vita salutari – spiega Stefania Gori, direttore del Dipartimento Oncologico Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar di Valpolicella e presidente ROPI -. Promuovere sani stili di vita può ridurre il rischio di recidive tumorali o l’insorgenza di secondi tumori legati al persistere di abitudini comportamentali a rischio”.

Tra le pazienti che hanno fatto ricorso alle terapie integrate - si legge nel report - il 51% si è rivolto a professionisti privati e solo il 21% ne ha usufruito presso il proprio centro di cura. Mentre il 23% ha avuto accesso grazie alle associazioni di volontariato.

“I dati indicano la necessità di diffondere nozioni relative alle terapie integrate tra gli oncologi e tra quanti gestiscono le pazienti con carcinoma mammario – sottolinea Gori – per permettere la diffusione di una cultura basata sull’evidenza relativa a queste terapie, evitando informazioni non veritiere e il ricorso a terapie alternative da parte delle pazienti. E questo è importante sia per il numero elevato di nuove diagnosi di carcinoma mammario in Italia, nel 2022 è stato infatti il tumore più frequentemente diagnosticato (55.700 casi, +0,5% rispetto al 2020), sia per i progressi ottenuti dai trattamenti oncologici nei confronti di questo tumore in fase precoce e in fase metastatica”.

17/04/2023

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