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La rivoluzione dei trattamenti oncologici è partita da almeno vent’anni e prosegue il suo percorso di innovazione, con la messa a punto di nuovi approcci alla cura e di nuove strategie, destinati a rendere sempre più efficace e mirata la terapia oncologica. “In prospettiva, nel futuro immediato, vedremo ancora uno sviluppo dell’immunoterapia con farmaci che hanno la capacità di bloccare più bersagli (anticorpi monoclonali coniugati, anticorpi bispecifici) e singoli immunoterapici ‘multi-tasking’, cioè in grado di bloccare più bersagli", sottolinea Giampaolo Tortora, direttore del Comprehensive Cancer Center della Fondazione Policlinico Universitario Gemelli Irccs di Roma. "Un po’ più lontano nel tempo – continua Tortora - avremo le Car-T, che oggi sono già una realtà consolidata per i tumori del sangue, anche per i tumori solidi, alle quali faranno seguito le Car-Nk (Natural Killer), e le Car-M: terapie ‘cellulari’ manipolate geneticamente per attaccare precisi bersagli tumorali. Da ultimo c’è il filone dei ‘vaccini’, promettente ma ancora sperimentale".
Altro capitolo importante riguarda quello di capire le cause del tumore e intercettarlo sul nascere. "L’individuazione delle cause ‘infettive’ di molti tumori, ha consentito di abbattere la loro mortalità. È il caso dell’eradicazione dell’Helicobacter pylori per il tumore dello stomaco, del vaccino contro il Papillomavirus per il cancro della cervice uterina, del vaccino contro l’epatite B e della terapia eradicante contro l’epatite C, per l’epatocarcinoma. Ma il principale fattore di rischio evitabile resta il fumo di sigaretta, responsabile da solo del 27% dei decessi per tumore in Europa", ricorda il Gemelli.

"Importanti fattori di rischio da combattere per contenere la comparsa di queste e altre patologie sono inoltre l’abuso di alcol, il sovrappeso/obesità, la sedentarietà, la sindrome metabolica e il diabete. Fondamentale resta poi l’implementazione degli screening per la diagnosi precoce; in Italia sono a disposizione gratuitamente quelli per i tumori del colon retto (sangue occulto nelle feci e colonscopia), mammella (mammografia) e cervice uterina (Pap test)", conclude la Fondazione Policlinico universitario Gemelli Irccs.

Nuove opportunità di cura anche per il tumore al pancreas, al terzo posto nella classifica della mortalità per tumore. "Stiamo lavorando alla possibilità di ricondizionare il microambiente del tumore del pancreas che rappresenta l’ostacolo maggiore al successo di qualunque trattamento. Questo è uno dei pochissimi tumori che non rispondono all’immunoterapia perché il suo microambiente lo ‘scherma’ completamente, rendendolo quasi uno stealth, un aereo invisibile". Team di ricercatori di tutto il mondo stanno dunque cercando di capire come ‘ricondizionare’ questo microambiente, “attraverso gli approcci più vari: dall’uso di nuovi farmaci immunomodulatori, anche per iniezione locale, alla rottura di alcune barriere attraverso mezzi fisici-meccanici, elettrici (elettroporazione) - osserva Tortora - Se si riesce a far saltare il microambiente, quel muro di protezione che il tumore si è costruito intorno, si liberano antigeni tumorali che reclutano cellule immunitarie e riusciremo a far arrivare a destinazione i farmaci e a far penetrare le cellule ‘armate’ del sistema immunitario all’interno del tumore ”.

04/2/2022

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