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Uno studio pubblicato recentemente su Clinical Gastroenterology and Hepatology ha rivelato come i pazienti affetti da steatosi epatica non alcolica attuano una minore sorveglianza e sono diagnosticati più raramente nella fase iniziale del carcinoma epatocellulare (HCC), rispetto ai pazienti affetti da carcinoma dovuto ad altre cause, andando incontro a una sopravvivenza inferiore.

È ancora poco chiaro il legame tra carcinoma epatocellulare (HCC) e la steatosi epatica non alcolica (NAFLD), che comprende una situazione benigna (chiamata fegato grasso) e la steatoepatite non alcolica (NASH), condizione che si manifesta con danni simili a quelli dell'epatite alcolica ma che si verifica in pazienti non alcolisti e che, spesso, sono obesi o hanno diabete di tipo 2 o dislipidemia.

Il nuovo studio dell’Anderson Cancer Centre in Texas si è posto come obiettivo proprio quello di stimare il legame tra epatocarcinoma e steatosi epatica non alcolica, investigando lo stadio di evoluzione al momento della diagnosi e la sopravvivenza generale, rispetto a una coorte di pazienti con carcinoma epatocellulare per altre cause.

In base a una precedente analisi del database Medicare Seer (Surveillance, epidemiology and end results), “solo il 14% di tutti i casi di epatocarcinoma diagnosticato tra il 2004 e il 2009 è stato attribuito alla steatosi epatica non alcolica", scrivono gli autori, Mohammad A. Karim e i colleghi del dipartimento di epidemiologia presso l'MD Anderson Cancer Center dell'Università del Texas a Houston. "Tuttavia, il numero di epatocarcinomi associati a NAFLD è probabilmente aumentato recentemente, dato il costante aumento dei casi di steatosi epatica non alcolica nella popolazione generale, in particolare negli Stati con una maggiore prevalenza di obesità".

Gli autori hanno considerato 5.098 pazienti con epatocarcinoma dal database Seer-Medicare tra il 2011 e il 2015 e hanno utilizzato la regressione logistica multivariabile per determinare i fattori correlati con la sorveglianza, il rilevamento del tumore in fase iniziale e il trattamento.

I risultati dello studio mostrano che 1.813 pazienti con carcinoma epatocellulare presentavano NAFLD come causa (eziologia) più comune nella coorte. In questo gruppo si associava una minore sorveglianza del carcinoma epatico che si trovava a uno stadio di sviluppo più avanzato e una sopravvivenza globale leggermente peggiore rispetto ai pazienti con carcinoma epatocellulare correlato all'epatite C.

Un'analisi del sottogruppo di pazienti con steatosi epatica non alcolica ha rivelato che una migliore sopravvivenza globale era associata a una diagnosi di carcinoma epatocellulare allo stadio iniziale, assenza di ascite o encefalopatia epatica, sorveglianza e accesso al trattamento curativo. In un altro sottogruppo di persone con NAFLD, che presentavano in contemporanea anche un’altra malattia epatica, si è osservato che, attuando una sorveglianza più attenta, la scoperta del cancro avveniva in fase iniziale, il trattamento curativo risultava più tempestivo e la sopravvivenza globale migliorava rispetto a quelli che avevano solo la NAFLD.

"Il nostro studio”, concludono gli autori, “mostra che la steatosi epatica non alcolica è la principale causa dell’epatocarcinoma tra le persone inserire nel database Medicare negli Stati Uniti". Il Dr. Kim e colleghi osservano che tali risultati sottolineano come sia necessaria una maggiore sorveglianza dei pazienti con NAFLD “per rilevare precocemente la presenza di un epatocarcinoma e poter così attivare i trattamenti più efficaci, migliorando la sopravvivenza”.

12/07/2022

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