It looks like you are using an older version of Internet Explorer which is not supported. We advise that you update your browser to the latest version of Microsoft Edge, or consider using other browsers such as Chrome, Firefox or Safari.

Le donne hanno una probabilità maggiore (da 1,5 a 1,7 volte in più) di sviluppare effetti collaterali avversi rispetto agli uomini e, per questo motivo, è tra loro più elevato il tasso di ospedalizzazioni: il 60% dei ricoveri ospedalieri per reazioni avverse ai farmaci, tra cui le aritmie, si riferisce alle donne, come evidenzia uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e condotto su 15 milioni di casi, segnalati tra 1967 e il 2018 in tutti i continenti”, afferma Teresita Mazzei, professore di Farmacologia presso l’Università degli Studi di Firenze, intervenendo al X Congresso Internazionale sulla Medicina di Genere che si è svolto a Padova lo scorso settembre.

Le donne sono più esposte a reazioni avverse ai farmaci non solo perché assumono più medicinali, ma anche perché le dosi previste sono quelle che vengono studiate su uomini del peso medio di 70 Kg. Le donne, infatti, hanno il 27% di probabilità in più di aver prescritti degli antibiotici, anche se, in realtà, è l’uomo ad avere una probabilità quasi 3 volte più alta di ammalarsi di infezioni, incluse quelle da batteri resistenti, e di morirne. Sono i dati che si ricavano da vari studi - compresa una metanalisi realizzata su 11 lavori che hanno raccolto 44milioni di prescrizioni in diversi paesi europei, inclusa l’Italia – presentati al congresso. A proposito dell’incidenza di mortalità per sepsi, cioè di infezione generalizzata, uno studio norvegese dimostra che il valore è di 36 decessi per 100mila persone l’anno negli uomini, rispetto a 28 per 100mila nelle donne. A difendere queste ultime, secondo i ricercatori, sarebbe un sistema immunitario più efficace del genere femminile, grazie agli ormoni estrogeni, ma avrebbero un ruolo anche i diversi stili di vita: in genere fumano meno e bevono meno alcol, oltre ad avere più attenzione all’alimentazione.

I farmaci che provocano più reazioni avverse nelle donne sono quelli ormonali, anti-obesità, per la tiroide e per l’osteoporosi. Proprio quest’ultima malattia racconta, invece, un’altra contraddizione. “I farmaci per la salute delle ossa - osserva Mazzei - vengono sotto-prescritti agli uomini, anche se proprio loro rischiano di più di morire per le conseguenze indirette di fratture”. Dai 75 anni in poi, secondo il rapporto Osmed 2021 dell’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa), per gli uomini c’è una spesa lorda pro capite di 12 euro, mentre è il doppio, 24 euro, per la donna.

Irrisolto il gap per le malattie cardiache

Uno degli obiettivi principali del Servizio sanitario nazionale è la parità di accesso a cure appropriate, che si misura con i dati del Programma nazionale esiti (Pne). Questo, annualmente, raccoglie informazioni sugli indicatori di performance degli ospedali italiani realizzato dall’Agenzia nazionale dei servizi sanitari regionali (Agenas) nell’ambito del quale, quest’anno per la prima volta, è stata introdotta una sezione specifica su “equità e genere, i cui risultati sono stati presentati al congresso.

A partire dai dati del Sistema informativo ospedaliero (2020), un team di ricercatori di Agenas, Istituto superiore di sanità, dipartimento di Epidemiologia del Lazio e Istat, ha utilizzato 18 indicatori rappresentativi di 5 aree cliniche e implementato un modello che ha utilizzato anche misurazioni per genere.

I dati mostrano che la percentuale di chi ha beneficiato di interventi coronarici per infarto entro 90 minuti dall’arrivo in ospedale (fattore considerato uno degli indici di adeguato trattamento) è inferiore per le pazienti di sesso femminile: 40,5% rispetto a 53,4% al maschile. Per lo stesso gruppo è stato osservato anche un più alto tasso di mortalità entro 30 giorni dall’intervento di bypass coronarico (3% vs 1,6%).

D’altra parte, i pazienti di sesso maschile hanno maggiori rischi per l’area ortopedica, con una percentuale inferiore di interventi chirurgici di frattura dell’anca eseguiti entro 48 ore dall’arrivo all’ospedale: ne hanno beneficiato nel 45,7% dei casi, rispetto al 51,8% delle donne. Questo va di pari passo con un tasso di mortalità più elevato entro un anno dall’intervento: 28,5% vs 16,2%.

Priorità di intervento per la medicina di genere

In occasione del congresso, la Società internazionale di medicina di genere ha evidenziato le patologie e gli ambiti dove è più necessario intervenire con un approccio che tenga presente la differenza di genere:

  • Malattie cardiovascolari: principale causa di morte nella popolazione femminile, ma le donne assumono meno medicine per il cuore e vanno meno dal cardiologo
  • Ortopedia: le donne soffrono più spesso di artrosi e osteoporosi, ma negli uomini la fragilità ossea è sottodiagnosticata
  • Oncologia: è nota una diversa efficacia delle terapie antitumorali, incluse quelle più innovative
  • Malattie del metabolismo: le donne con diabete hanno un rischio più elevato del 50% di eventi cardiovascolari fatali
  • Malattie neurodegenerative: gli uomini colpiti da Parkinson sono il doppio delle donne, ma in queste la progressione è più rapida e il tasso di sopravvivenza è più basso
  • Malattie respiratorie: le donne soffrono meno di asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), Covid-19 e, in generale, delle malattie del sistema respiratorio
  • Immunologia: donne e uomini rispondono in modo differente alle infezioni, ma anche ai vaccini
  • Antibioticoresistenza: le donne usano antibiotici il 30% in più degli uomini, ma questi ultimi hanno un rischio più elevato di infezione
  • Pediatria: differenze immunitarie tra bambino e bambina caratterizzano la diversa risposta alle infezioni, inclusa quella al Sars-Cov-2

16/01/2023

Curated Tags

Stai lasciando l'area PAG

Ora sarai reindirizzato su un contenuto dell'area pubblica