It looks like you are using an older version of Internet Explorer which is not supported. We advise that you update your browser to the latest version of Microsoft Edge, or consider using other browsers such as Chrome, Firefox or Safari.

Ogni anno si verificano a livello mondiale 10 milioni di casi di trombosi venosa ed embolia polmonare, che in generale prendono il nome di Tromboembolismo venoso (Tev). Dopo la cardiopatia ischemica e l'ictus cerebrale ischemico, il Tev è la patologia cardiovascolare più frequente: è al terzo posto tra le cause di morte nella popolazione generale e al primo nei pazienti ospedalizzati. Nonostante ciò, si registra una scarsa consapevolezza nella popolazione riguardo all'impatto di questa patologia su mortalità e disabilità globali. Le persone riconoscono bene il pericolo rappresentato da infarto e ictus meno quello del Tev. I cardiologi ospedalieri dell'Anmco (Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri) hanno puntato i riflettori su queste patologie nel giorno in cui in tutto il mondo si celebra il World Trombosis Day (13 ottobre). Il messaggio è che, in particolare su questo fronte, prevenzione e diagnosi precoce sono armi preziose. Salvavita.

La trombosi venosa profonda - evidenziano gli esperti - si verifica quando si forma un trombo (coagulo di sangue) in una vena profonda, solitamente a livello degli arti inferiori, e se un frammento del coagulo si stacca e migra verso i polmoni può causare embolia polmonare, una complicanza potenzialmente letale della trombosi venosa profonda. Il tasso di incidenza di Tev è generalmente più elevato nelle donne in età fertile (probabilmente a causa dell'uso di contraccettivi ormonali e della gravidanza), mentre gli uomini hanno un tasso di incidenza più elevato al di sopra dei 45 anni. "Molti fattori possono contribuire al rischio di Tev – chiarisce Claudio Picariello, chairman Area malattie del circolo polmonare Anmco - fattori ereditari, immobilità prolungata, traumi o chirurgia, gravidanza, uso di contraccettivi orali, obesità, fumo, cancro, malattie infiammatorie intestinali, storia personale e familiare di pregressi eventi trombotici, neoplasie in fase attiva, e così via".

Tra i fattori di rischio, prosegue, "le condizioni ereditarie note non sono di per sé una causa di trombosi, a meno che non siano combinate con altri fattori. Dal momento che il Tev è poco conosciuto dalla popolazione, la diagnosi spesso non è semplice e i sintomi più frequenti, come gonfiore, rossore e dolore a un arto inferiore, tosse, mancanza di fiato, febbricola e dolore al petto o addirittura perdita di coscienza, possono essere sfumati, non tutti presenti o ricordare altre patologie frequenti (polmonite, scompenso cardiaco, aritmie), complicando e rallentando il percorso diagnostico-terapeutico. Non per niente, l'embolia polmonare viene comunemente chiamata 'la grande simulatrice' e quando un paziente si presenta in pronto soccorso con una perdita di coscienza transitoria, bisogna sempre escludere tra le cause il Tev".

Da qui l'importanza dell'informazione e della conoscenza della malattia. "Conoscere la trombosi significa curarla e salvare delle vite e per questo la diagnosi precoce è fondamentale - rimarca Domenico Gabrielli, presidente della Fondazione Per il tuo cuore. - È molto importante dunque aumentare la sensibilità tra la popolazione sui meccanismi della trombosi e dell'embolia polmonare, problematiche altamente prevenibili, che possono provocare un evento drammatico e spesso mortale. Se ci si focalizza ad esempio sui pazienti ricoverati, solo 25 su 100 sanno che il fatto stesso di essere ricoverati in ospedale aumenta la probabilità di trombosi. Il Tev è in costante aumento per diversi motivi, fra i quali l'allungamento della vita media, l’incremento della chirurgia geriatrica e delle patologie traumatiche".

I suggerimenti per prevenire questa patologia? "Sono, nella vita quotidiana, innanzitutto attività fisica regolare, abolizione del fumo, corretta alimentazione e peso corretto - elenca Gabrielli - è bene evitare di restare seduti per lunghi periodi e, per esempio nel caso di lunghi viaggi, il consiglio è quello di indossare vestiti leggeri, sgranchirsi le gambe, idratarsi e bere acqua in abbondanza; valutare inoltre la predisposizione in famiglia all'ipertensione e, se il proprio medico di fiducia lo ritiene opportuno, intensificare i controlli della circolazione sanguigna. In caso di ricoveri prolungati è molto importante discutere con l'operatore sanitario sui metodi di prevenzione e sui fattori di rischio".

Le calze a compressione, continua Gabrielli, "possono essere utili in caso di specifici fattori di rischio, quali un precedente episodio di trombosi venosa profonda, presenza di vene varicose o intervento chirurgico. Gli anticoagulanti, infine, rappresentano il trattamento di prima linea poiché impediscono al sangue di coagularsi e ai coaguli esistenti di aumentare di dimensioni. Essi possono essere prescritti in casi specifici, quali un precedente episodio, periodo post-operatorio o ricovero". "Poiché alcune strategie di prevenzione possono fermare lo sviluppo di trombi negli individui a rischio, è importante - conclude - identificare e quantificare il rischio individuale attraverso le caratteristiche personali e la storia familiare. Nonostante l'esistenza di linee guida di provata efficacia a supporto della profilassi del Tev, è necessario migliorare l'aderenza alle linee guida e la fornitura delle cure appropriate ai pazienti a rischio".

13/10/2022

Curated Tags

Stai lasciando l'area PAG

Ora sarai reindirizzato su un contenuto dell'area pubblica