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Cosa sono le spondiloartriti, anche dette sieronegative

Con il termine spondiloartrite (o spondiloartroentesopatie) si intende un complesso gruppo di patologie caratterizzate da infiammazione ed erosione articolare, nonché da neoformazione ossea in sedi periferiche e assiali.

Spondiloartrite

Queste malattie colpiscono le articolazioni e la colonna vertebrale e hanno alcune caratteristiche comuni. Ad esempio, possono causare mal di schiena, infiammazione degli occhi (uveite), malattie infiammatorie intestinali, lesioni cutanee e dattiliti (infiammazione delle dita di mani e piedi che assumono l’aspetto a “salsicciotto”).

La spondiloartrite causa un’infiammazione a livello articolare simile per alcuni versi a quella dell’artrite reumatoide. Tuttavia, a differenza dell’artrite reumatoide, il fattore reumatoide (come si evince dagli esami del sangue) è negativo nella spondiloartrite. Non a caso, queste malattie sono chiamate anche spondiloartriti sieronegative.

Delle Spondiloartriti fanno parte la spondilite anchilosante (SpA assiale) e l’artrite psoriasica.

Spondilite anchilosante

La spondilite anchilosante è una forma di artrite infiammatoria. Se non trattata porta a un progressivo irrigidimento della colonna vertebrale con generale limitata mobilità della colonna.

Questa malattia - secondo le stime dell’Associazione Nazionale Malati Reumatici (ANMAR) - colpisce 40mila persone in Italia, maggiormente gli uomini con un’età inferiore ai 40 anni. È molto dolorosa e progressivamente invalidante, causata da un’infiammazione della colonna vertebrale che può determinare danni irreversibili. Fino al 70% dei pazienti che soffrono della forma severa sviluppa, nel corso di 10-15 anni, fusione dei corpi vertebrali con relativa significativa riduzione della mobilità della colonna. Anche in questo caso la familiarità è un fattore di rischio.

Le cause della spondilite anchilosante non sono note. Si sa, però, che presenta una significativa familiarità e una stretta associazione con l’antigene leucocitario umano HLA-B27 (associazione presente nel 90-95% dei casi).

La diagnosi si basa su un attento esame clinico e sull’esame fisico del paziente. Quindi vengono eseguiti radiografia lombosacrale e sacro-iliaca, esami del sangue (VES, proteina C-reattiva, HLA-B27 ed emocromo con formula) e, in alcuni casi, risonanza magnetica pelvica.

Il percorso di cura dei pazienti con spondilite anchilosante è molto complesso specialmente per la difficoltà di ricevere una diagnosi di una patologia spesso poco conosciuta: si stima infatti che i pazienti con spondilite anchilosante aspettino fino a 7-8 anni per una diagnosi, anche a causa delle lunghe liste dì attesa del Ssn (dati Associazione nazionale malati reumatici Onlus). Ma senza una diagnosi precoce, è impossibile raggiungere la remissione clinica, ovvero mettere in stand-by la malattia.

Spondilite anchilosante, per saperne di più

Artrite Psoriasica

L’artrite psoriasica è una malattia infiammatoria cronica delle articolazioni associata a psoriasi cutanea o a familiarità per psoriasi. Colpisce circa 300mila italiani di entrambi i sessi, principalmente tra i 40 e i 50 anni. Le cause non sono ancora note, ma è stata osservata una particolare predisposizione familiare: oltre il 40% delle persone con artrite psoriasica ha una storia familiare di psoriasi o di artrite psoriasica.

I sintomi più comuni dell’artrite psoriasica sono: dolore e rigidità articolare, psoriasi cutanea e ungueale, tumefazione delle dita delle mani e dei piedi.

Inoltre, fino al 40% dei pazienti può presentare erosioni articolari e deformità permanente. Come conseguenza, il 63% delle persone affette da artrite psoriasica non è fisicamente attivo e il 47% vede compromessa la propria capacità di lavorare. Il deficit che accompagna la produttività e la funzionalità è assimilabile a quello dei pazienti colpiti da cancro, diabete e malattie cardiache.

Depressione, ansia e isolamento sono conseguenze per chi soffre di entrambe le patologie.

La diagnosi viene formulata sulla base dei sintomi e di alcuni esami di laboratorio, tra i quali l'esame della PCR che misura la quantità di proteina nel sangue, al fine di rilevare uno stato infiammatorio o monitorare la progressione di una malattia infiammatoria cronica.

Molto importanti anche gli esami radiologici: la radiografia (per studiare le ossa, ma solo nelle fasi più avanzate), l’ecografia (per studiare articolazioni e tendini), la Risonanza Magnetica Nucleare (per studiare ossa e articolazione anche in fase precoce e i tessuti molli) e l’Ecografia articolare, un esame diagnostico non invasivo che permette di individuare eventuali tumefazioni articolari e processi infiammatori.

Dal momento che l’artrite psoriasica può portare alla perdita di massa ossea è indicato eseguire una MOC per valutare la presenza di osteoporosi.

Come si cura la spondiloartrite

Dalla artrite psoriasica, così come dalla spondilite anchilosante, non si può guarire; tuttavia, le spondiloartriti possono essere tenute sotto controllo soprattutto grazie a nuove armi terapeutiche che ne possono modificare la progressione.

Tra i trattamenti per le spondiloartriti vi sono: fans, corticosteroidi, i DMARD, ovvero farmaci antireumatici modificanti l’andamento della patologia e i bDMARD ovvero farmaci biotecnologici antireumatici modificanti l’andamento della patologia.

Le malattie reumatologiche sono destinate ad aumentare di pari passo con la crescita dell’età media della popolazione del nostro Paese. Quasi tutte presentano alcuni sintomi caratteristici. I più frequenti sono: dolori articolari e muscolari persistenti, spossatezza o stanchezza e rigidità articolare.

Chi ne soffre deve quindi rivolgersi il prima possibile a un reumatologo. Oggi i pazienti e i medici hanno a disposizione cure che permettono la remissione clinica della malattia e quindi il ritorno a una vita normale.

Trattamento fisioterapico

Accanto al trattamento farmacologico, un presidio fondamentale per le spondiloartriti è rappresentato dal trattamento fisioterapico e riabilitativo che ha come obiettivi la riduzione del dolore e della rigidità e il recupero della capacità motoria. Di supporto sono anche l’attività fisica mirata a mantenere l’integrità e la funzionalità articolare.

Classificazione delle spondiloartriti

Attualmente, le spondiloartriti vengono suddivise nei seguenti sottotipi:

Spondilite anchilosante - malattia infiammatoria che colpisce le articolazioni della colonna vertebrale, rendendola meno mobile e flessibile con conseguente limitazione dei movimenti.

Artrite psoriasica – malattia infiammatoria cronica che interessa le articolazioni e che può presentarsi come comorbidità della psoriasi, ma anche prima o persino in assenza della forma cutanea. Colpisce fino al 30% delle persone che hanno la psoriasi.

Spondiloartriti reattive - gruppo di malattie articolari che coinvolgono principalmente la colonna vertebrale, ma possono estendersi anche ad articolazioni periferiche degli arti superiori e inferiori e, spesso, si associano ad un coinvolgimento cutaneo, oculare, gastroenterico.

Spondiloartriti enteropatiche - associate a malattie infiammatorie croniche intestinali, quali la colite ulcerosa e la malattia di Crohn.

Spondiloartriti dell’infanzia o giovanili - forma di artrite idiopatica giovanile che provoca dolori e gonfiore di alcune articolazioni. Può essere curata anche con farmaci biologici. I pazienti con spondiloartrite giovanile presentano spesso una predisposizione genetica alla malattia per un particolare gene del sistema di istocompatibilità denominato HLA-B27. La spondiloartrite giovanile è più frequente nei maschi con età maggiore di 8 anni.

Spondiloartriti indifferenziate - possono esordire a qualunque età ed evolvere in una spondiloartrite definita: spondilite anchilosante, artrite psoriasica. Inoltre, possono rimanere indifferenziate per molto tempo.

Uveite anteriore acuta HLA-B27 positiva - più frequente nei pazienti maschi, giovani tra i 30 e i 40 anni di età, si manifesta in modo acuto e improvviso con occhio rosso, dolore, importante fastidio alla luce.

La spondilite anchilosante e l’artrite psoriasica sono i sottotipi più frequenti e quelli con decorso più infausto. La severità di tali patologie è strettamente correlata al grado di attività delle stesse e alla rapidità con cui si instaura il danno anatomico.

Differenza tra spondiloartrite sieronegativa e fibromialgia

La spondiloartrite sieronegativa è una patologia reumatologica i cui sintomi (dolore e gonfiore) compaiono dopo un trauma: il paziente e il medico di famiglia associano la sintomatologia alla caduta o a un altro tipo di trauma.

Della spondiloartrite sieronegativa non si conosce ancora l’origine, il dolore interessa la colonna vertebrale, impedendo al paziente di stare in piedi o muoversi facilmente, oppure colpisce articolazioni periferiche (caviglie, ginocchia, polsi e le piccole articolazioni di mani e piedi).

La fibromialgia è una malattia cronica che causa dolori in tutti i tessuti che supportano ossa e articolazioni. I dolori e l’irrigidimento si manifestano nei muscoli e nei tendini, soprattutto sul collo, colonna vertebrale, spalle e fianchi.

Conseguenze della spondiloartrite

Le patologie reumatologiche, essendo malattie infiammatorie croniche, hanno un carattere sistemico e interessano quindi primariamente le articolazioni, ma potenzialmente anche l’apparato cardiovascolare e respiratorio. Inoltre, possono essere associate allo sviluppo di diabete e sindromi depressive.

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